Le persone amano essere ascoltate e considerate, è un’esigenza primaria dell’uomo. Tuttavia, online, la maggior parte di loro non distingue la differenza tra essere viste e ascoltate.
Nel mondo reale se andiamo a fare una passeggiata in centro di sabato pomeriggio, la possibilità che altre persone ci vedano è alta, ma a noi importa poco di essere visti. A noi interessa che le persone si fermino ad ascoltarci e a conversare con noi, che comprendano le nostre capacità, qualità e il nostro stile. Online è la stessa cosa. Se destiniamo un contenuto sponsorizzato ad un pubblico che non ci conosce, oppure pubblichiamo una foto su un “social” in cui la gente è impegnata a “scorrere” immagini, anche se passiamo sotto le loro dita, ci vedono ma non otteniamo alcuna attenzione. “Visualizzazioni” amano chiamarle gli strumenti di misurazione. Non è un numero di cui andare fieri, in realtà quel numero rappresenta la quantità di persone che ti hanno visto e volutamente ignorato.
Non ho scritto questo post come ennesimo “j’accuse” rivolto alle metriche della vanità, non sto parlando di questo. Sto cercando di far comprendere, a chi ha deciso di creare contenuti, con l’esigenza di trasformarli in clienti e opportunità, quale ragionamento dovrebbe essere alla base.
Se entri in uno stadio affollato e ti metti a bordo campo è probabile che 5.000 persone ti vedano, ma questo non produrrà nessun effetto. Se entri in campo e rubi il pallone ti noteranno 40.000 spettatori, che non possono fare a meno di vederti, perché hai interrotto il motivo per cui hanno deciso di pagare il biglietto. Questa mossa, però, crea fastidio e genera pessime percezioni in molti di loro. Se, al contrario, entri in campo per giocare nella squadra con un ruolo importante ottieni non un’attenzione marginale, ma la massima attenzione di tutti i presenti che avranno delle aspettative nei tuoi confronti.
Ecco, sono queste le aspettative che fanno realmente la differenza, tra un contenuto, testo o video che sia, che si fa scorrere sotto le dita e uno che cattura realmente l’attenzione delle persone e le trattiene fino alla fine.
Trovo che tu abbia avuto un’ottima idea se pensi di metterti in luce con i contenuti, ma ti avverto che questi funzionano solo se chi li vede si ferma ad ascoltarti e ne trarrà un beneficio. Nutriamo simpatia in chi è benevolo nei nostri confronti, in chi ci aiuta o ci fa sorridere e di conseguenza comprenderemo di lui che ha capacità e competenze. Non accade la stessa cosa con chi si mostra continuamente nella speranza di essere notato.
Mi piace, Riccardo. Riesci sempre a dare spunti di riflessione importanti…
Grazie Marisa, gentilissima!
Sei sempre capace di generare domande, perplessità. Dubbi.
Quindi?
Credo la risposta possiamo trovarla nel libro “Fai di te stesso un Brand”, vero?
Qua dico la mia e non lascio in sospeso nessuna domanda. Rileggi bene amico ;)
Molto, molto veritiero… Solo che oggi ci si accontenta delle briciole perché ci si sente “affollati” ovunque, tutti blogger, tutti social, tutti creativi, tutti in tutto. Poi c’è la soddisfazione di un buon contenuto creato ed ecco che quella soddisfazione appaga e in un attimo, forse solo per un attimo, siamo forti, i migliori e yeahhhh… poi basta, senza esagerare, si ritorna al buon vecchio “noncelapossofare” e tutto rientra nei parametri vitali.