Il marketing digitale cambia di mese in mese, cambiano le tecniche, i canali e gli algoritmi. Quello che 6 mesi fa funzionava, potrebbe non funzionare più e si deve riadattare la propria strategia comunicativa in funzione dell’evoluzione delle piattaforme e delle persone.
Nella comunicazione tra persone la promozione non è gradita e vista con sospetto. Si può usare ogni tanto, facendo nascere il dubbio in chi legge che sia qualcosa di forzato, poco naturale; promozionale appunto. Quello che funziona è l’esempio, mostrare una soluzione, dare idee e coinvolgere su un prodotto. Per le singole persone non si tratta di reclamizzare ma di testimoniare quanto buono, utile o divertente sia, adottandolo e rendendolo parte di sé.
La grande discussione sul tema “Influencer Marketing” verte proprio su questo: come utilizzare i piccoli testimonial affinché non perdano la loro credibilità e rendano un servizio all’azienda che ha bisogno di generare il passa parola?
Leggevo qualche tempo fa un post di Fabrizio Perrone, CEO di Buzzoole, a proposito di influencer.
“Le ‘celebrities’ rappresentavano gli attori principali dei programmi di Influencer Marketing fino a 5 anni fa. Ad oggi, i ‘long tails Influencers’ (soggetti che hanno pochi following ma molta influenza) sono diventati gli influencers più ambiti”, e, “molte aziende, come Disney e Nike, hanno capito che i contributi generati dagli Influencers hanno un impatto più rilevante sull’engagement e sulle vendite rispetto ai contenuti generati dai brand stessi, molto spesso ritenuti auto referenziali da parte dell’audience”.
Oggi per le aziende si tratta di comprendere questo semplice meccanismo. Se i singoli “adotteranno” il tuo servizio/prodotto, avrai promozione e tanta visibilità/reputazione sugli strumenti di condivisione sociale. Se non sarà così, rimarrai a creare deboli sponsorizzazioni che, come diceva David Ogilvy, “passeranno come una nave nella notte”. L’epoca in cui creare “lead” attraverso una bella foto e un bel claim è finita. Ora serve la magia. “Le persone non comprano prodotti e servizi, ma relazioni, storie e magia” – Seth Godin