C’è un fattore di posizionamento personale in cui vacillano anche ottimi comunicatori e grandi professionisti. Una delle regole auree della comunicazione personale dice che all’aumentare del seguito occorre adottare una direzione comunicativa comprensibile, sostenibile e coerente. Per facilitare questa condotta devi dire esattamente quello che pensi, a prescindere dal fatto che potrebbe non essere quello che agli altri piace sentirsi dire o che tu la ritenga una presa di posizione comunicativamente più debole rispetto a un’altra. I comunicatori seriali, istigati dalle dinamiche dei social network, hanno compreso la differenza tra un contenuto caldo e uno freddo, prediligono qualcosa che sappia coinvolgere una larga fetta del loro pubblico e antepongono la tecnica alla strategia per rimanere rilevanti dal punto di vista comunicativo. Questo li rende deboli sotto l’aspetto della coerenza con le comunicazioni passate, e indebolisce la fiducia di un pubblico che comincia a comprendere quanto mestiere e poco cuore ci siano alla base delle loro comunicazioni.
All’aumentare del pubblico deve crescere la tua coerenza. Ciò che ti viene perdonato quando sei agli inizi e hai poco seguito non passerà inosservato successivamente all’aumentare della tua esposizione. Vieni seguito non solo per il contenuto ma anche per la linea di pensiero che una parte di pubblico, il tuo, ritiene apprezzabile. Non ti differenzi attraverso le storie che racconti, ma con le opinioni che esprimi. Chi ti segue crede di conoscerti e cerca collegamenti con ciò che hai detto in passato sui fatti che esponi. All’inizio del tuo percorso comunicativo è normale non avere una linea di coerenza, pochi se ne accorgono, ma, in seguito, è proprio su questa che devi basare la tua autorevolezza e la tua immagine.
Il modo più semplice per ottenere coerenza è farla aderire al 100% a quello che pensi; questo ti evita di ragionare sulle opinioni che devi esporre e ti semplifica la vita. La coerenza non è una strategia creata a tavolino sulla base di un target in grado di apprezzarla. Per quello servono i contenuti. Perché i contenuti attraggono i lettori e le opinioni li fanno tornare (o fuggire).