Oscar Wilde diceva “purché se ne parli“. Inutile sminuirla, l’attenzione è un ingrediente fondamentale. Si può cedere terreno alla reputazione, oppure al design o alla qualità, ma se manca l’attenzione viene a mancare il sostegno alla nostra azione comunicativa.
Se volessimo correggere il famoso scrittore di fine ‘800, potremmo variare la sua celebre frase in “purché arrivi il messaggio”.
Chi fa il comunicatore o marketer di mestiere sa che, per ottenere attenzione, deve “pungolare” una data nicchia di pubblico, facendo i conti con la propensione di questa a determinati stimoli. Coinvolgendola nei luoghi virtuali che frequenta, con un registro comunicativo adatto alla sua comprensione.

L’ampiezza del pubblico non è l’unico fattore che distingue il blogger professionista. Le metriche della vanità basate sui numeri di follower e visualizzazioni sono utili ma potrebbero nascondere al loro interno insidie generate dalla facile manipolazione dei dati o essere generati da una comunicazione troppo sopra le righe. Elemento che potrebbe danneggiare l’azienda più che sostenerla.

Perché alcuni vengono definiti influencer e perché chiunque può esserlo

L’influencer è un comunicatore, qualcuno che si è reso riconoscibile attraverso un’immagine curata e la presenza sulle piattaforme in cui riesce a esprimere un contenuto nei confronti del quale si sente più portato. Attraverso testi, foto, video e podcast può, nel tempo, riuscire ad aggregare un seguito su un determinato tema e coinvolgerlo attraverso un’opera di networking e conversazione che lega il pubblico molto in profondità. Un rapporto paritario, in cui l’influencer non si comporta come una celebrità o come un mezzo di informazione, ma più come un amico a cui rivolgersi e a cui chiedere informazioni.

Per lavoro e perché credo che questa sia una delle grandi sfide di marketing del prossimo futuro, ho analizzato i migliori blogger, youtuber e account social dell’ultimo periodo e questi sono gli elementi distintivi di un ottimo comunicatore digitale:

  • Una voce originale, autentica
    Non c’è niente di più noioso di un testo o un video privo di personalità. Informazione, passione, umorismo e emozione devono passare attraverso i contenuti pubblicati. L’obiettivo deve tendere a farsi riconoscere prima dal contenuto, che dal nome o dalla foto di profilo.
  • Una forte estetica e un contenuto solido e informativo
    Il contenuto deve essere confezionato con una attenzione maniacale. L’era del copia incolla è finita e forse non è mai esistita. Il video deve essere curato sia nell’esposizione che nelle luci, nell’audio e negli effetti. Stessa cosa per le foto pubblicate su Instagram e su piattaforme affini. I testi curati, sintetici, emozionanti e informativi.
  • Reputazione e valore percepito
    Quanto è considerato autorevole in un determinato argomento? Coerenza e autorevolezza formano le convizioni che le opinioni di questo comunicatore siano credibili e affidabili. La qualità più ricercata in un influencer, che mette al riparo l’azienda da attacchi.
  • L’impegno
    Il blogger non finisce con il contenuto. La pubblicazione è solo l’inizio di un percorso fatto di dialogo e promozione. Come dice Jeff Bullas “non è una bestemmia pagare traffico profilato dai Social Media”. I contenuti vanno supportati e promossi nel periodo immediatamente successivo al lancio, con il dialogo e con tutto il networking necessario per rendere nota la pubblicazione.
  • La regolarità
    Blogger e youtuber sanno che la regolarità è tutto. La cadenza regolare delle pubblicazioni crea nel pubblico attenzione e genera grande aspettativa di leggere o vedere l’ultimo video.
  • Disponibilità a conversare
    In base alla quantità di impegno profuso, si deve rispondere al numero più alto possibile di commenti e richieste.

In definitiva, il comunicatore, blogger, influencer o comunque lo vogliate chiamare, è un operatore professionista della comunicazione. Se andiamo oltre ai meri numeri del seguito, componente che non dovrebbe pesare in modo preponderante sulla sua effettiva capacità espressiva, non possiamo che valutarlo sulla base dei punti sopra esposti. Come potete vedere sono tutte attività replicabili e quasi alla portata di chiunque. La discriminante prima del talento è il tempo. Per essere un influencer, bisogna disporre di molto tempo per studiare, produrre contenuti e rispondere alle conversazioni. L’ampiezza dell’audience, anche se molto gradita, non è ciò che fa la differenza. Le aziende apprezzano molto di più lo stile e la capacità comunicativa rispetto a un pubblico sia pure vasto, ma non bene identificato.

Conclusioni

“Se conosci il tuo pubblico e te stesso, la promozione è sicura” avrebbe detto Sun Tzu in un ipotetico libro di marketing. L’analisi del “target”, brutta parola di derivazione militare, è fondamentale quando creiamo una comunicazione mirata.
Oggi gli influencer sono molto ricercati dalle aziende per ottenere amplificazione, innescare passa parola e aumentare la propria reputazione. Questi personaggi della rete sono interessanti, più per la loro capacità comunicativa e espositiva che per la vastità dell’attenzione che riescono a ottenere. Chi si avvale di questi professionisti della comunicazione lo fa più per questa attitudine che per arrivare alla loro community. Comunicare bene è un arte. Trovare chi comunica efficacemente un servizio o un prodotto deve diventare un’attività fondamentale per la comunicazione aziendale dei prossimi anni. Il grande successo della startup Buzzoole, ad esempio, è l’indicatore che molte aziende hanno compreso l’efficacia di questa attività.
Purché arrivi il messaggio”, se a pubblicarlo è un comunicatore efficace otterrà sicuramente gli effetti voluti, anche avvalendosi di promozione a pagamento. L’influencer arriva al suo pubblico con un’azione diversa e più adatta ai social network. La sua faccia è la migliore garanzia per la sua stessa comunicazione e la sua efficacia, nella maggioranza dei casi, è nettamente superiore ad un logo aziendale.