Non tutti si sono accorti che il metodo con cui si costruisce un contenuto è importante quanto il contenuto stesso. Vedo che molti articoli interessanti non ottengono risalto e condivisioni a causa della loro struttura non adatta al pubblico online.
Negli ultimi venti anni è cambiato molto nella stesura degli articoli. C’è un’enorme differenza tra lo scrivere per la carta stampata e il web. Lo racconta bene l’amico Piero Babudro nel libro “Manuale di scrittura digitale creativa e consapevole“.
“Scrivere è come costruire edifici: il progetto è sempre precedente alla realizzazione stessa. E per validare il progetto, ossia assicurarsi che il testo presenti sempre le informazioni in una corretta gerarchia, fai tua la lezione della piramide rovesciata, che impone la struttura ben definita a ogni testo:”
- informazioni principali
- informazioni molto importanti ma non principali
- informazioni utili ma non importanti
- informazioni secondarie e dettagli
- sviluppi e conseguenze delle informazioni presentate in precedenza
Lo stile classico di costruzione del contenuto testuale ha subito questo rovesciamento a causa del mezzo in cui viene inserito e del comportamento che le persone hanno adottato in questo medium. Se in passato, chi acquistava un quotidiano aveva un approccio più rilassato e leggeva interamente un articolo, ora il mezzo digitale ha generato lettori distratti, frettolosi e bombardati da informazioni che inducono a trarre il massimo dell’informazione nel minor tempo possibile. Studi dimostrano che sono in molti a fermarsi al titolo o alle prime righe del post.
Cattura il lettore ribaltando la struttura narrativa
Il contenuto inizia dal titolo, visto che il 70% legge solo quello. Perdiamo il rimanente 30% lungo un faticoso tragitto fatto di concetti, riflessioni e opinioni che stemperano la notizia. La parte iniziale del post si chiama “attacco”, poche righe che racchiudono lo scopo e orientano i lettori alla comprensione dell’oggetto della comunicazione. Questa parte deve stimolare e incollare il lettore smanioso di arrivare al centro dell’informazione. Dopo queste poche righe di introduzione arriva la “spalla”; contiene la sostanza primaria dell’informazione, quella che la maggioranza di chi sta leggendo, vuole sapere. In questa breve sezione devi dare tutte le informazioni necessarie a comprendere la notizia: chi? che cosa? quando? dove? perché? La cosiddetta regola delle 5 W, il precetto fondamentale dello stile giornalistico anglosassone.
Solo chi è veramente interessato a quello che stai comunicando si addentra nel successivo e più esteso “corpo centrale” nel quale inserisci dettagli e informazioni di contorno, meno importanti rispetto alle precedenti. Qui la sfida è tenere il lettore incollato fino a raggiungere l’ultima parte che pochi leggono: la “chiusura”.
Nella chiusura congedi il lettore e lo ringrazi attraverso una sezione che sappia tirare le somme e fornisca uno stimolo che tu, in quanto autore, provochi attraverso la tua opinione. Un implicito invito ai lettori (pochi) che arrivano alla fine della lettura a ragionare sulla notizia e sui suoi effetti.
In questi anni in molti mi hanno detto che ho uno stile molto secco e che lascia poco spazio alle divagazioni. Facilitato anche da una attitudine personale a riguardo, nel mio mestiere di blogger ho potuto osservare che il lettore di contenuti digitali non ama perdere tempo. La causa è da imputare anche al device che utilizza per leggere; chi ne fruisce attraverso uno smartphone, ad esempio, non ha voglia di leggere contenuti lunghi o troppo articolati.
Costruire contenuti richiede la conoscenza delle regole architettoniche apprezzate dal lettore. Nell’edificare il tuo articolo ragiona al contrario: costruisci la piramide partendo dalla punta e concludila con la base.