L’amicizia è un legame fortissimo. L’amico è la persona a cui vogliamo bene incondizionatamente: nella definizione di Wikipedia è “un legame sociale accompagnato da un sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone“.
Facebook ha definito amicizia una connessione tra due utenti, da qui sono sorti molti problemi di interpretazione e molti malumori. Personalmente, se avessi dovuto attenermi alla definizione di Wikipedia avrei al massimo qualche decina di amici sulla piattaforma. In realtà vedo la maggioranza (me compreso) sfruttare l’amicizia in una logica di connessione reciproca, modello LinkedIn, in cui ci si autorizza vicendevolmente ad entrare in contatto.
Dove finisce l’amicizia e inizia la connessione?
Sono persuaso dall’idea che ogni nuova connessione possa svilupparsi in un embrione di amicizia; connettere qualcuno che approssimativamente può potenzialmente interessarmi è un piccolo investimento che, se ci saranno le condizioni, potrà elevarsi allo stato più alto del legame.
Mentre su LinkedIn, e sulle altre piattaforme sociali, tutto questo è molto chiaro; è su Facebook in cui sorgono i maggiori problemi. Se come me lo sfruttate in modo ambivalente, connessione di Amici/famigliari e networking lavorativo arriverete ad un certo punto in cui si creerà un’inevitabile confusione in cui non distinguerete più le connessioni con le amicizie.
Incanalare le emozioni
Negli ultimi mesi sono stato esposto maggiormente e molti hanno parlato di me e non sempre in maniera favorevole. Come afferma nei suoi cinque teoremi Rudy Bandiera: “All’aumentare della popolarità aumentano invidia, critiche e pensieri discordanti dal tuo. E’ normale, fisiologico e giusto“. Anzi sono propenso a considerare l’attacco e l’opinione negativa una metrica imprescindibile in cui se non verrà rilevata non sarà vero successo. Avete mai visto un’uscita di un libro di Fabio Volo senza elevarsi un coro di critiche e attacchi? No, perché l’autore vende centinaia di migliaia di libri e quindi ha una percentuale di detrattori in proporzione.
Personalmente mi ritengo abbastanza ferrato in una pratica in cui vedo molti inciampare: distinguo chiaramente gli Amici dalle connessioni, le connessioni le incanalo in un ottica di “cura del cliente” e “crisis management“. Mentre mi emoziono e provo profondo rispetto per le critiche degli Amici, non mi turbo e leggo divertito gli attacchi di estranei e “colleghi”, come fossero attacchi ad una delle aziende che seguo. In cui uso una tecnica simile a quella riportata sotto:
Se vorrete aumentare la vostra visibilità con un blog, la scrittura di articoli per un quotidiano, libri, TV e Radio sappiate che dovrete far fronte alle critiche e le invidie di chi vi vedrà crescere. Non sta a me o a voi comprenderne i motivi e le logiche, ma spetterà a noi essere preparati e capaci di reagire in modo freddo e lucido alle provocazioni. Alcuni lo faranno in un tentativo di ottenere visibilità riflessa, altri perché non vi sopportano per svariate ragioni. L’importante per voi e circoscrivere la zona ed evitare di alimentare il flame come è nelle intenzioni di chi vi attacca.
Esistono anche le critiche giuste e circostanziate, in cui non potrete esimervi dal replicare argomentando e nel caso aveste torto scusarvi e rimediare.
L’importante, se non sono Amici, è rimanere LUCIDI e FREDDI. Se vi “scaldate” è meglio rimandare e rispondere dopo aver riequilibrato la vostra armonia interna.
L’amicizia è il bene più prezioso, incanaliamo verso questa le nostre emozioni.