Viste le continue richieste, dopo l’uscita della notizia “Il primo tool di monitoraggio della reputazione gratuito“, pubblicata qualche settimana fa, espongo quali siano (a mio avviso) i dati fondamentali e i perché dobbiamo misurare le conversazioni online.
Un tool di monitoraggio e analisi, lo dice il nome, esegue la scansione di tutto quello che viene scritto sul web: blog, forum, social network e quotidiani online e lo analizza in modo da individuare le tendenze e capire quali sono gli elementi determinanti del settore. Filtra e traccia i risultati per performance, portata, posizione geografica, lingua, sentiment, argomento, influenza, pertinenza, periodo di tempo e tipologia di media.
Sia nella versione gratuita che quella a pagamento un buon setup del monitoraggio è fondamentale alla buona riuscita del monitoraggio dei dati che vogliamo visualizzare. Secondo i proprietari del software la ricerca può contenere fino a 50 operatori booleani. Come nelle ricerche di Google gli operatori AND, OR e NOT possono essere utilizzati per definire un risultato libero dal rumore di conversazioni non attinenti a quello che ci prefiggiamo. Ad esempio: Ferrari AND auto oppure Ferrari AND NOT (vino OR spumante), in modo da ridurre i risultati di conversazioni su marche e prodotti che non ci interessano. È possibile impostare anche una ricerca di prossimità attraverso il carattere “tilde” (~), con questa ricerca il software analizza i dintorni di una stringa di caratteri che è racchiuso tra virgolette ad esempio: “Ferrari spumante”~4, in cui il numero sta ad indicare che la query restituirà risultati solo se trova “Ferrari” a massimo quattro parole di distanza da “spumante”. Si possono definire anche i linguaggi nei risultati, attraverso l’operatore “lang:it” si richiede la restituzione dei risultati in italiano. Questi e molti altri operatori sono illustrati su questa pagina: http://www.talkwalker.com/en/academy/user-manual/detailed-search-query-syntax/ conoscerli farà la differenza tra l’avere un risultato utile, da uno inutilizzabile per i troppi risultati non inerenti.
Attraverso i risultati si potrà misurare la portata e la viralità di: campagne di social media marketing, rassegne stampa, determinate conversazioni o hashtag. Filtrando i risultati per performance, portata, posizione geografica, lingua, sentiment, argomento, influenza, pertinenza, periodo di tempo e tipologia di media.
Sono tre gli indicatori base che compongono la “performance”, ovvero l’efficacia di una conversazione e la portata online: il primo è il “buzz“, ovvero il numero di conversazioni registrate sulla query di ricerca. Il secondo è l'”engagement“, ovvero la quantità di interazioni riscontrate e il “reach“, la portata ottenuta sommando tutti quelli che ne hanno parlato. Su quest’ultimo indicatore nutro forti perplessità e ho indicato un metodo alternativo in un precedente post.
A mio avviso insieme alla “Performance”, la tab “Influencers” è altrettanto importante, è in questa lista che andremo a ricercare i media e gli utenti più influenti del settore, ovviamente ordinandoli per “Engagement”, ovvero quanto riescono a coinvolgere la loro community. Dialogare con questi e sfruttarli in ottica di digital PR è fondamentale per la costruzione di un network di qualsiasi azienda o professionista.
Oltre a questo possiamo individuare le tendenze e rispetto ad un determinato tema, confrontare il nostro brand con la concorrenza, avere il polso di quello che si dice su di noi in modo da intervenire e bloccare intenti diffamatori, misurare la portata delle nostre comunicazione e molto altro.
Senza questi strumenti nessun operatore e azienda del settore può definirsi un vero professionista è come andare alla cieca in un universo di conversazioni utili, che vanno necessariamente gestire e sfruttate.