Sui social network scorre una vita parallela, vera o falsa che sia diciamo che la tendenza nel 99% dei casi e mostrare il proprio lato migliore. E questo mi spaventa non poco, se per alcuni devo considerare quello che mostrano il loro lato migliore, non oso pensare a quello peggiore.
E’ stata individuata una patologia, diciamo più un malessere, che colpisce una nutrita percentuale di chi è costantemente collegato alle piattaforme sociali come me. Il nome è FOMO e sta per “fear of missing out”, ovvero la paura di perdersi qualcosa di importante mentre si è scollegati dalle reti sociali.
Alcuni hanno trovato sollievo con le notifiche del cellulare, per altri la cosa è più complessa. I più complessati immaginano che mentre sono impegnati al lavoro, oppure in coda in autostrada o alle poste, il mondo parli di loro. Ma non solo, che potrebbe sfuggire un’opportunità. Magari stanno aspettando un segnale da un’azienda per cui vorrebbero lavorare, oppure la risposta da parte di un potenziale nuovo amore o che vengano pubblicati gli ultimi coupon per la sauna a metà prezzo, chissà…
Siamo impreparati alle nuove tecnologie sociali? Sono apparse dal nulla nel giro di qualche anno e ora hanno una tremenda importanza, non solo percepita ma anche reale. Sappiamo tutti l’importanza dell’immagine e della cura di reputazione e personal branding, ormai elementi indispensabili nella società odierna. Quasi tutti i reclutatori utilizzano i social network a conferma delle decisioni e non solo.
Ora all’ansia da prestazione sui social, di cui avevo già scritto, si aggiunge questa nuova arrivata.
Il nostro rapporto con la tecnologia e ancora all’inizio, oltre all’aggiornamento tecnologico dobbiamo farne uno umano e psicologico.
D’ora in poi non dirò più che ansia…. ma che fomo. Idee sulla cura? :)
Giusto ieri ho affrontato questo tema sul mio blog, parlando di dipendenza dai social network. Non voglio fare spam, ma linko l’articolo e se lo ritieni opportuno cancella il commento, non c’è problema: http://www.mariopalmieri.it/2013/11/06/dipendenza-social-network/ ^_^
Comunque diciamo che io affronto la cosa da un punto di vista diverso: non è la dipendenza a generare l’ansia, ma è l’ansia a generare dipendenza.