L’86% di chi si occupa di Marketing ora ritiene che l’utilizzo dei social media sia necessario per generare business (fonte: socialmediaexaminer). Dirlo ora sembra una cosa scontata ma due anni fa ho fatto accesissime discussioni con “esperti” che ritenevano fossero inutili e addirittura dannosi.
Facebook è preferito dal 92% dei professionisti del campo, Twitter (80%) e LinkedIn (70%) sono queste le piattaforme più usate. I blog (al 58%) superano YouTube (al 56%) e Google +, il social di Big G supera Pinterest di un punto percentuale, ovvero 42% a 41%.
YouTube è in cima ai progetti per il futuro, un significativo 69% ha intenzione di investire su di esso.
Anche il Blog è negli obiettivi di chi si occupa della promozione aziendale, il 66% vuole investire in contenuti e motivi per attirare utenti nel sito dell’azienda. Le news corporate, blog, sezione news o come diavolo la si voglia chiamare è il vero fulcro di qualsiasi attività on-line e creano quel valore aggiunto e pretesti per attirare visite e convertirle in lead. Con effetti benefici sulla SEO, meglio se si utilizzeranno autori con una buona Authorship.
Tattiche e impegno sono importanti per facilitare la diffusione sociale e l’88% dei marketers vogliono sapere quali tattiche sociali siano più efficaci e il migliore modo per coinvolgere il loro pubblico con i social media. Segno che, anche se hanno fatto grandi progressi, conoscono le potenzialità ma non sanno sfruttarle.
Su Vanity Fair di ieri, Barbara Sgarzi chiedeva a Daniele Chieffi se la figura del social manager servisse ancora (quello esterno all’azienda). Le aziende stanno strutturandosi in Italia per averlo internamente, purtroppo la domanda è molta e le vere professionalità poche.
Le aziende non sono in grado di valutare l’effettiva efficacia di chi si cura di questo settore e i risultati si vedono, accade spesso che qualcuno di questi risulti incapace di generare conversazioni e addirittura scateni la rete in perenne ricerca di #epicfail. Le caratteristiche più importanti di un buon Social Media Manager le ho esposte in questo post. In sintesi, un professionista di questo campo che non ha esso stesso rilevanza nella rete e nelle piattaforme sociali difficilmente conoscerà le tecniche per far emergere l’azienda nella rete.
Ricordo che: un Social Media Manager che non sa vendersi non saprà nemmeno vendere i prodotti/servizi del proprio cliente ;)
Ottimo intervento Marino, hai perfettamente ragione… Oggi, purtroppo, ci sono troppi FINTI professionisti che millantano capacità incredibili….. Il guaio è che molte aziende si affidano a queste persone…. E le conseguenze, si sa, sono drammatiche…. Sia per i Clienti che per il mercato….
Vorrei proprio puntualizzare l’incipit dell’articolo che stiamo commentando:
“L’86% di chi si occupa di Marketing ora ritiene che l’utilizzo dei social media sia necessario per generare business”
Ecco quindi che al di là della passione, della propensione ad essere social, della capacità di scrittura, bisogna anche sapere di marketing, perchè le aziende alla fine di tutto hanno bisogno di numeri.
Condivido, anche quanto asserito nei commenti. Non ho ad esempio difficoltà a dichiararmi poco incline all’uso dei social, è un lavoro che in prima persona non potrei mai fare, ma questo non significa che non sappia come si fa. A ciascuno il proprio ruolo (giocatore, allenatore, manager, … ).
Due spunti per immaginare il futuro.
1. Attualmente (alcun)i social media manager esterni alle aziende puntano tutto sui rapporti personali e vengono ingaggiati sovente perché influencer. In pratica conta più il seguito personale che la capacità di gestione tecnica. Un esempio laterale con i blog: ho letto articoli ad argomento hosting scritti da “noti” copywriter, articoli completamente inutili e insulsi, ma venivano condivisi attraverso i propri account con discreto successo.
2. Viviamo in un epoca in cui gli esperti di web marketing sono bravi soprattutto a vendere web marketing.