Il fondatore di Amazon, Jeff Bezos andando in controtendenza ha acquistato un puro quotidiano cartaceo, il Washington Post. Un quotidiano definito da molti “un cadavere” per il suo lento declino e la sua bassa propensione alla necessaria trasformazione tecnologica.
Infatti, come dimostra il grafico pubblicato ieri da Mashable (che riporto sotto), tra i 10 più grandi quotidiani USA è tra quelli che non hanno ancora un vero pubblico digitale: solo il 9% dei lettori.
Cosa ha fatto decidere il magnate del commercio elettronico ad investire 250 milioni di dollari (solo l’1% del suo capitale) per acquistare un quotidiano in costante calo di vendite e ricavi da 7 anni?
Queste le risposte che mi sono dato:
- E’ un cadavere ma ancora in utile, con la dovuta ristrutturazione aziendale e l’innovazione tecnologica di cui ha dimostrato saper mettere in campo, potrà aggredire il mercato con maggiore efficacia.
- Il marchio è cool, ricordiamoci che il marchio è una parte fondamentale del prodotto. Il quotidiano è famosissimo, ha fatto la storia. E’ il celebre giornale che fece dimettere Nixon creando lo scandalo Watergate.
- Ha 500.000 lettori, potenziale pubblico per i prodotti Amazon.
- Secondo Business Insider l’operazione di Bezos a prima vista non ha nulla di finanziario. Ma è un operazione di “cultural statment“. Culturale, vicina (si potrebbe dire) alla filantropia. Che gli da prestigio.
Il mondo, soprattutto nell’era digitale ha bisogno di contenuti e contenitori, le vendite si fanno solo raccontando e stimolando una suggestione nel consumatore.
L’investimento di Bezos non è per nulla filantropico o culturale ma corre nelle highway del profondo istinto USA che grida: “Vendere, vendere, vendere!”