Giovedì scorso a Roma, ospite della Mediolanum Corporate University, ho avuto la fortuna di conoscere Yoani Sanchez, blogger e dissidente cubana famosa per aver creato il blog Generación Y da cui fa un resoconto critico della realtà del suo paese. Una persona normale all’apparenza, dallo sguardo delicato e vagamente triste, un marito al seguito con cui festeggiava, proprio in quel giorno, il loro ventesimo anniversario di matrimonio e la semplicità tipica dei grandi personaggi che fanno la storia.
All’Auditorium Conciliazione Oscar di Montigny, Direttore Marketing e Comunicazione di Banca Mediolanum, ha presentato e intervistato la blogger cubana, raccontandoci di come Yoani abbia utilizzato la tecnologia per portare avanti l’ideale di libertà di espressione.
Non mi è possibile e neppure saprei farlo un resoconto della serata, ma di tutte le cose che ha raccontato Yoani, della dittatura e della difficile vita con cui deve fare i conti quando è in patria, mi è rimasta impressa la frase: “yo soy una internauta“, il senso profondo con cui l’ha detta mi ha reso ancor più consapevole che le comunità on-line, che molti bollano come sintetiche, sono in realtà una potente forma di costruzione delle relazioni tra individui. Se Yoani non fosse un'”internauta” molte cose non le sapremo e lei rischierebbe la vita. Infatti ammette: “se non avessi il mio blog e le centinaia di migliaia di persone che mi seguono e sostengono ora non sarei qua a parlare con voi”.
Nella politica, nell’economia e nella ricerca, la costruzione di relazioni è fondamentale. Sono inutili e sintetiche, appunto, solo quando postiamo cose stupide, magari già create da altri e senza personalità, non metendo in gioco noi stessi nel tentativo di esprimere la nostra vera natura. Anche attraverso uno schermo LCD le emozioni passano e incidono soprattutto se siamo sinceri e coerenti. Ma Yoani avverte: “Come cittadini soltanto virtuali non andiamo da nessuna parte”, dobbiamo portare nel mondo reale le idee che sviluppiamo in rete.
Ci sono posti nel mondo in cui non è (solo) la libertà fisica che manca, ma quella quella di immaginarsi e di raccontarsi #AskYoani
— Mirko Pallera (@mirkopallera) July 11, 2013
In questa occasione ho incontrato alcuni amici che già avevo conosciuto di persona e altri con cui mi ero confrontato fino a quel momento solo sul web, tra cui: Massimo Melica, un caro amico che ha l’unico difetto di farti vedere la morte in faccia quando guida la sua Smart nel caotico traffico romano. Mirko Pallera, il geniale fondatore di Ninja Marketing. Matteo Flora, una vera scoperta per me, eclettico e onnisciente è in grado di parlare di qualsiasi argomento, spaziando dalla tecnologia alle filosofie orientali con estrema disinvoltura. La dolcissima Futura Pagano e Stefano Epifani autore di numerosi libri e blogger che seguivo da tempo.
Una rivoluzione non dura 54 anni !! La rivoluzione é un impulso non una costante @yoanisanchez #AskYoani
— umberto macchi (@umbertomacchi) July 11, 2013
Ultimi ma non ultimi i grandi Diego Valente e Filippo Giotto, i capaci social community manager di Banca Mediolanum e organizzatori dell’evento che mi hanno accolto come fossi un loro vecchio amico. Ringrazio infine Umberto Macchi che mi cita, immeritatamente, ai suoi corsi (ecco da dove vengono le visite al mio blog).