Parlo con molti Social Media Manager che lavorano esclusivamente sulle piattaforme sociali, sia per i loro clienti che per loro stessi. Il 100% del loro sforzo comunicativo avviene attraverso post su Facebook, Tweet, Instagram, Linkedin ecc.
Ci sono stati vari personaggi in vista nella rete che ne hanno annunciato la prematura scomparsa dei Blog con poco lungimiranti post e articoli su quotidiani, evidentemente sono stati presi sul serio da molti che hanno creduto reali queste profezie.
Da sempre sono sostenitore della centralità del blog personale o corporate come strumento base della propria comunicazione, parlo sia per le aziende che per i professionisti. Non esiste un altro luogo in cui poter esprimere il massimo della propria capacità comunicativa, liberi da schemi, imposizioni e limitazioni date dalle affollate piattaforme sociali. Questo non fa di me, all’improvviso, un Social Media Manager rinnegato. Confermo l’utilità ad utilizzare come cassa di risonanza tutte le piattaforme possibili ma la comunicazione dovrà essere rivolta al far arrivare visite sul post del blog.
Innanzitutto per una questione di sicurezza, non dimentichiamoci che il crollo di MySpace è stato un segnale di come le piattaforme sociali siano delicate e possano avere alterne fortune. Molti sostengono che Facebook sia indistruttibile e troppo grossa per cadere, sicuramente avranno ragione (lo dicevano anche di Yahoo prima dell’avvento di Google), ma meglio non fidarsi. La società Socialbakers sostiene, in base ai suoi studi, che il più grande social network del mondo ha perso 6 milioni di visitatori negli Stati Uniti, pari a un calo del 4%, nell’ultimo mese. I cugini anglosassoni del Regno Unito contano defezioni per 1,4 milioni di utenti, nello stesso periodo, con un calo del 4,5% (fonte). Quindi nulla è certo.
Questi Social Network, anche se fossero veramente così inaffondabili, potrebbero fa uscire una variazione dell’algoritmo o una modifica delle policy cambiando le carte in tavola e riducendo il vostro attuale potere di engagement.
Quindi il consiglio per i giovani Social Media Manager è di fare un blog per i loro clienti e usarlo come fulcro della comunicazione (è un consiglio scontatissimo per i veterani che ora sorrideranno) e ricordatevi che Chris Rock ha detto: “I blog sono per quelli che non sanno scrivere libri. Twitter è per quelli che non sanno scrivere un blog. Instagram è per chi non sa scrivere” :-D
Ho due considerazioni, la prima puramente pratica e riguarda i risultati.
Da dove arrivano i “risultati” della strategia che utilizzate?
Se avete la fortuna di lavorare per aziende che non richiedono risultati misurabili c’è spazio per un sacco di discorsi divertenti e interessanti, altrimenti credo che sarà necessario capire cosa a parità di investimento converta meglio. Personalmente il blog aziendale converte, ma comprendo che esistano strategie differenti per raggiungere il medesimo obiettivo.
La seconda considerazione si aggancia invece a quanto scritto nel post sul controllo pari a zero che abbiamo sul futuro della piattaforma, non solo limitato nel tempo (cosa succederà domani?) ma anche nell’operatività quotidiana con cambiamenti continui che possono rappresentare un’ostacolo alla strategia che avevamo impostato.
Detto questo sfruttare i social in funziona del blog e con l’obiettivo di mantenere la sua centralità sovrana è la pratica che mi sento sempre di consigliare quando si cercano risultati.
Bel post!
Chris Rock ha sempre ragione…