Qualsiasi marketer potrebbe dirti che la condizione ideale in cui muoverti, avere successo e diventare ricco con il tuo lavoro da professionista, consiste nel muoverti in un “oceano blu”. Teoria esposta nel celebre libro “Strategia oceano blu. Vincere senza competere“.
Un “oceano blu” è un mercato in cui puoi creare uno spazio nuovo, aggirare la concorrenza, creare una nuova domanda e aprirti a un settore in cui puoi essere unico o il primo.
Al contrario – un “oceano rosso” – è composto da un mercato in cui c’è una forte domanda esistente, un pubblico competente, consapevole e tanti concorrenti agguerriti.
Tuttavia, entrambi questi mercati hanno i loro pro e i loro contro.
In un “oceano blu”, hai una grande barriera di ingresso in cui devi prodigarti a studiare, ideare e realizzare un servizio unico, comprensibile e distinguibile. Avrai il compito di essere il primo a “formare un mercato” inconsapevole e assumerti il rischio di non essere compreso, o troppo in anticipo.
In un “oceano rosso” il mercato conosce già ciò che offri, la concorrenza ha sostenuto i costi di ideazione e di consapevolizzazione. In questo contesto verrai scelto se apparirai: migliore, autorevole ed economico.
Non hai concorrenti (se sei un libero professionista)
Gli “oceani rossi” sono tossici per le aziende, il cui obiettivo è occupare una fetta rilevante di mercato, ma non lo sono per un libero professionista, visto che il suo obiettivo è trovare solo 100 persone che si fidano di lui in un oceano (rosso) composto da decine o centinaia di migliaia di persone.
Ma soprattutto, un singolo professionista, raramente ha le capacità, l’energia e le risorse per poter imporre il suo servizio e la sua visione a un pubblico.
Alle persone è facile capire cosa fai se gli dici che sei un idraulico, un assicuratore o un pubblicitario, poiché ragiona per macrocategorie. Nel caso realizzassi “ambienti virtuali per i visori VR” dovresti raccontare nel dettaglio le opportunità, i benefici e giustificarne il prezzo.
Come primo impatto, i mercati affollati potrebbero spaventarti. Ma i mercati sono affollati per un motivo: ci sono – oltre ai competitor – molti clienti. È un luogo in cui è facile essere compresi, non devi formare un pubblico solo per avere l’opportunità di presentarti. Hai dei concorrenti da studiare, da cui imparare, osservare i loro clienti e coprire le loro lacune.
Come si forma il prezzo di un professionista?
Il prezzo/stipendio di un professionista viene formato da quattro principi riuniti: bisogno, competenza, scarsità e autorevolezza percepita.
Questo è il motivo per cui un calciatore di serie A ha uno stipendio enormemente più alto di un addetto al McDonald’s.
Nella tua professione, hai un grande margine di manovra per trovare clienti. Aumenta la tua competenza e la narrazione di te a chi è in cerca di qualcuno che dica: “costa tanto, ma vale più di quanto costa”. Questo è il tuo “oceano blu” in cui è difficile trovare concorrenti.
Cito un passaggio di Fai di te Stesso un Brand, in cui ribadisco questo concetto:
“Tu hai bisogno di poche centinaia di persone che vedono in te qualcosa di esclusivo. Sono quelli che si iscrivono alla tua newsletter e si leggono ogni singola parola, quelli che ti mandano messaggi privati e ti chiedono consigli, sono quelli che cliccano ogni link che pubblichi sui social, quelli che ti consigliano agli amici e sono felici di spendere i loro soldi per acquistare qualcosa da te. Statisticamente insignificanti, ma realmente indispensabili al tuo lavoro.
Puoi vivere, fare affari e prosperare con una quota di mercato dello 0,0%”
ehh tanto per cambiare Riccardo un ennesimo post fantastico molto concreto nei contenuti , credo sia molto importante centrare il target di clienti , nessuno di noi può piacere o accontentare tutti , ogni professionista/azienda ha un suo cliente ideale con precise caratteristiche ,ci vuole solo la pazienza di stanarli uno per uno e poi sembrerà facile e magico vendere
Grazie Marco!
Corretta riflessione in un contesto che viviamo ancora alla ricerca ossessionata dei grandi numeri: la professionalità è ciò che riesce a distinguere ognuno di noi. Hai colto nel segno ancora una volta Riccardo!
Molti non sanno ancora cosa farci con i numeri o non sanno soppesarli. Grazie Roberto