Non tutti hanno bisogno di un’attività di Personal Branding. Ad esempio, per un impiegato del catasto – sicuro di arrivare alla pensione senza sentire il bisogno di cambiare lavoro – sarebbe un inutile spreco di tempo, energie e denaro. La stessa cosa vale per moltissime altre attività professionali.
L’attività di marketing verso se stessi nasce quando desideriamo un cambiamento, quando non siamo certi di cosa ci riserverà il futuro o abbiamo l’esigenza di espandere il numero di possibili clienti. Solo in quel caso il Personal Branding diventa il motore del cambiamento e un acceleratore.
Come fai a sapere se hai un problema di marketing?
Potrebbe manifestarsi uno qualsiasi di questi indicatori:
- Non sei soddisfatto del tuo attuale lavoro
- Non hai abbastanza clienti
- Ritieni di avere troppa concorrenza
- L’azienda per cui lavori è in grave difficoltà
- Vuoi ottenere più soldi o più tempo per te stesso
- Non ti ritengono abbastanza autorevole o meritevole
Se dovesse emergere uno qualsiasi di questi problemi, alla base, c’è sempre questa arcinota regola aurea: “quello che dici non è così importante quanto quello che gli altri dicono di te”.
Giunto a questa consapevolezza, le azioni da compiere sono queste nella maggioranza dei casi (essendo un post del Blog perdonami se mi costringo ad essere generalista):
Il marketing in quattro fondamentali passi
- Il primo passo deve essere volto a comprendere cosa ti piace fare, cosa ti fa stare bene, cosa sai fare benissimo e se queste cose sono un bisogno sentito del mercato. Per semplificarti il lavoro è meglio se individui una specifica nicchia.
- Il secondo passo consiste nel costruire un luogo in cui le persone possono comprendere chi sei attraverso una semplice ricerca su Google o LinkedIn (ma non solo) in cui dare percezioni di solidità, professionalità, esperienza, cura del dettaglio e della tua immagine.
- Il terzo passo è il più importante: racconta. Scegli il formato che più è nelle tue corde, e racconta una storia che corrisponda alla narrativa incorporata o ai sogni di quel minuscolo gruppo di persone che hai individuato; qualcosa che valga la pena dire, con una storia degna di essere raccontata o un contributo di cui valga la pena discutere.
- Il quarto passo è quello in cui falliscono in tanti, anche i più talentuosi: costanza e coerenza.
Devi presentarti – regolarmente, costantemente e generosamente, per anni – per organizzare, guidare e rafforzare la fiducia nei tuoi confronti e nel cambiamento che cerchi di ottenere in te stesso e nel mondo.
Dopo aver compreso cosa ti piace fare e aver raccontato per mesi o anni il tema che ti appassiona, otterrai la “restituzione”. Ti verrà restituita la generosità con cui hai aiutato gli altri a diventare ciò che tu stesso vorrai essere.
Il marketing migliore NON è fatto per vendere, ma per generare la fiducia, l’aspettativa e il passaparola. Il marketing è un atto di generosità che innesca la restituzione.
Certo.
Tutto giusto.
Ma gli strumenti?
Sito web? Social? App? Mail marketing? Stampa? Volantino? Radio?
Promuoversi per molto tempo ha costi elevati.
Servono persone qualificate per il copy.
Servono persone qualificate per la SEO
Servono persone qualificate per video professionali dove si racconta la storia.
Tutto giusto ma i costi?
Una impresa di un certo livello sa cosa deve fare e magari ha pure all’interno una struttura dedicata, ma la PMI?
Servono idee a livello medio basso per far crescere.
Oggi le risorse sono sempre limitate.
Ci sono strumenti che ad in costo accessibile a tutti fanno comunicazione gratis, il problema è fare cultura.
è abbastanza tipico che in un momento di crisi la gente tagli sul marketing, ottima mossa :D
Stiamo parlando però di personal branding, o di marketing per l’impresa, o entrambi? Perché cambia molto la prospettiva. Trovo stupido in tempi di crisi tagliare sul marketing. Però vero anche che nel caso di “sé stessi” (inteso non come impresa personale, ma proprio come promozione di sé stessi), specialmente se già impiegati in qualcosa che assorbe molto, è difficile avere risorse sia economiche ma soprattutto di tempo per poter impostare dei piani marketing strutturati.
Io mi occupo di marketing, e sono sicuro che le leve che descrivi sarebbero efficaci, e vorrei (e probabilmente saprei) metterle a fuoco.. ma con 2 lavori, uno stipendio normalissimo e 24h al giorno come tutti dubito potrei mai permettermi di fare anche il “marketer di me stesso”. E non per mancanza di voglia.