All’apparenza tutto questo sembra folle. La maggior parte sono persone normali che mai si sognerebbero di guardare video o immagini violente di persone in difficoltà o di loro simili che rischiano la vita. Eppure, questi si scoprono molto attenti a ciò che accade in tempo reale proprio accanto a loro.
Può succedere che, in auto, il rallentamento del traffico che ci porta alla visione di un incidente, possa essere anche considerevole e ci faccia perdere preziosi minuti di tempo; tuttavia, arrivati al punto in cui tocca a noi assistervi, non riflettiamo sul fatto che è meglio accelerare per velocizzare la fila, piuttosto pensiamo che ci spetti di diritto prendere parte alla visione, perché l’abbiamo pagata col nostro prezioso tempo: uno “spettacolo” che ci è dovuto.
L’essere umano non è un essere razionale, lo si evince da questi comportamenti. Quando pensi di avere come clienti o seguaci, persone che si basano sul calcolo o prendono le loro decisioni soppesando la loro convenienza, non vedi le persone per come sono, ovvero nella loro interezza.
Puoi ottenere la loro attenzione se comunicherai qualcosa di inedito e sconvolgente: una tua difficoltà, qualcosa che non è andato per il verso giusto o quella cosa di cui tutti hanno paura. Se lo farai avrai la loro più totale attenzione perché le persone sono “empatiche”, ma non nella accezione positiva del termine, vogliono potersi mettere nei tuoi panni per capire come reagirebbero loro o come si sentirebbero se gli accadesse la stessa cosa. Lo fanno in autostrada al cospetto di un incidente, così come lo faranno con te – sui social – in un post che risveglia i loro demoni.
Se pubblicherai un contenuto che loro non hanno il coraggio di postare, avrai creato un “incidente”, ne saranno affascinati e vorranno rallentare per osservare gli effetti, immaginando di essere te.
Buongiorno Riccardo, ho letto solo oggi (24-01-22) questo tuo articolo e lo collego ad un mio post pubblicato pochi giorni fa. In questo post, per la prima da quando sono su LinkedIn, invece di condividere qualcosa di utile (come di solito faccio…) ho raccontato qualcosa di personale, di un momento difficile. Mi è uscito di getto e ho avuto qualche dubbio sull’opportunità di pubblicarlo. Poi ho cliccato “pubblica” e nel giro di poche ore si è rivelato il mio post più visto per like, commenti e visualizzazioni. Non me lo aspettavo ma leggendo il tuo articolo mi sono reso conto del meccanismo che ha prodotto questo risultato.
Tra gli effetti di questo post ci sono stati tanti messaggi privati che mi ha mandato diversi contatti, tutti solidali. Uno solo è stato negativo e sottolineava come, a suo giudizio, mostrare debolezze ti mostra insicuro e allontana i potenziali clienti (perché dovrei affidarmi a te se non sai controllare le tue emozioni?).
Scusa sono stato un po’ lungo ma è per arrivare a chiederti: tu cosa pensi? Fino a che punto è utile saltuariamente raccontarsi in questo modo?
Fabio
P.S. il post se vuoi lo trovi qui https://www.linkedin.com/posts/fabiobanzato_fabiobanzato-activity-6889263886072193024-dUy6
A mio avviso hai fatto bene, questo post ti rende più umano e affidabile. La narrazione tutta basata sui successi è un retaggio degli anni passati a cui nessuno crede più