È importante dare un nome alle cose. Anche i nomi, così come i marchi, fanno leva sulle nostre percezioni, attingono alla nostra storia, la nostra cultura e alla nostra visione del mondo. Quando inserisco la parola Marketing, in un discorso rivolto alle persone che non fanno parte di questo settore, vedo spesso facce infastidite o nauseate. Lo comprendo bene, perché anche questa attività è riconducibile ai valori, la personalità e all’etica di chi la propone.
“Nessuno legge gli annunci. Le persone leggono ciò che a loro interessa. A volte è una pubblicità”
Howard Gossage
C’è un tipo di Marketing aggressivo basato sull’interruzione, la manipolazione, la truffa, il monitoraggio e la raccolta dei dati privati, lo spam o l’egocentrismo di chi lo propone. Poi c’è un tipo di Marketing che ci aiuta, che dichiara apertamente le sue qualità, propone qualcosa di cui sentiamo il bisogno, che si presenta chiedendo il permesso e mantenendo le sue promesse.
Queste due modalità le chiamiamo entrambi con il nome di Marketing, ma sono estremamente diverse tra loro.
Entrambe queste modalità hanno il fine di generare fatturato e ottenere clienti. Il primo è considerato più diretto, efficace e veloce da un certo tipo di persone o di aziende che hanno l’ansia di svuotare i magazzini o di vendere il loro servizi. La scusa è che bisogna far soldi.
Il secondo tipo di Marketing è visto come lento, dispendioso e incerto. Qualcosa che funziona solo nei libri dei “guru” americani o che possono permettersi solo le grandi aziende, quelli che vediamo nei casi studio o nelle slide a corsi e convegni. Questa è una modalità che rispetta le persone, mantiene le promesse, apre un dialogo con chi acquista; un Marketing più lento ma più apprezzato, che vive di passaparola e della fiducia reciproca.
Il Marketing rispecchia la personalità, lo stile e l’etica di chi lo propone. Tu a quale stile di Marketing appartieni?
Decisamente al secondo!!….e sono convinta che se fosse il solo tipo ad essere applicato il mondo sarebbe diverso!! ….oggi i messaggi delle aziende contano più di quelli della scuola…Se etici e consapevoli generano e diffondono”cultura” e anche profitto…
Grazie sempre Skande per i tuoi spunti brillanti e intelligenti che inducono a riflessioni condivise…(speriamo da tanti in questo caso)..a presto?
Ciao Marisa, bravissima amica mia!
Chiamiamolo marketing. Io decisamente sto nella seconda definizione. Quello lento. Talmente lento che non si aspetta niente da nessuno. Solo fare una buona comunicazione. Poi ti capita, dopo aver pubblicato un post condiviso su Linkedin, che sconosciuti che stanno nella mia rete mi chiedano se voglio leggere e dare un parere sul proprio testo. Forse la mia comunicazione trasmette qualcosa di buono.
Questo si chiama parlare Silva, continua così!
Salve, andrebbe però approfondito il tema. Bisogna anche capire perché si fa un tipo di marketing rispetto ad un altro, è solo fretta di avere risultati? O ci sono altri fattori che incidono e che se ben osservati possono fare comprendere che è meglio la seconda definizione (e attività) di marketing?
Credo che conti molto l’etica e il temperamento personale nella scelta. Ma ho notato che chi adotta solo la prima difficilmente supera la prova del tempo ;)
Interessa anche a me il secondo tipo, che piace a pochi perché oggi la parola d’ordine è “tutto e subito”. Pochi hanno la voglia e la pazienza di attendere. Ma il primo tipo di marketing è decisamente fastidioso.
C’è da chiedersi perché continui a funzionare e su quali tipi di clienti funzioni.
Funziona sempre meno e su un pubblico di persone poco avvezze alla tecnologia. Quindi un pubblico di tardivi digitali che si sta riducendo velocemente