Scrivo tutti i giorni, ho convissuto con la mancanza di idee e la sindrome del foglio bianco fino a qualche anno fa. Poi, un bel giorno, ho avuto un momento in cui c’è stata una svolta. Hai presente quando nel film Matrix, Neo inizia a visualizzare il mondo in cui vive attraverso righe di codice? Non è accaduto proprio questo, ma è stata un’esperienza simile. Questa illuminazione è avvenuta mentre leggevo blog, magazine e post di altri in cerca di idee per un mio contenuto.
Come si scrive un contenuto
Durante questa mia Epifania comunicativa ho realizzato che la stragrande maggioranza di chi scrive contenuti lo fa inserendosi in uno di questi quattro formati standard:
- Una guida
- Un’opinione
- Un racconto
- Un elenco
Quando leggi qualcosa online puoi catalogarla spesso in una di queste quattro categorie. Fallo anche tu, apri un social a caso e guardando la news feed impara a catalogarne i contenuti. Ti accorgerai che ben poco esce da questo schema.
Bene, ora che hai compreso di che sostanza sono fatti i contenuti impariamo a scriverne uno.
Ti manca l’idea? È normale, non sei abituato a osservare la tua quotidianità, quindi te la fornisco io: hai fatto colazione questa mattina? Scriviamo di questo argomento che ai più apparirebbe banale.
Anche in questo caso tutto fa parte di uno schema preciso che passa attraverso questi cinque elementi narrativi che potrai anche saltare o assemblare in una sequenza diversa da quella che ti indico io, hai la massima flessibilità su questi.
- Elemento 1: spiega!
Dove, come, cosa, quando e perché hai deciso di fare colazione? Sii breve, tutti fanno colazione. Se invece tratti un argomento inedito e racconti qualcosa che pochi conosco puoi dilungarti quanto basta. - Elemento 2: il tuo viaggio.
Come ti senti, perché mangi una brioche con il caffellatte e non vai al Bar? Oppure fai il contrario e odi fare colazione in casa. Cosa ti tormenta o cosa ti rende felice della tua scelta? - Elemento 3: hai commesso un errore.
È successo qualcosa che non doveva accadere? Ti sei rovesciato addosso il caffè? Oppure hai bruciato la guarnizione della Moka? Per rendere avvincente il racconto devi far accadere qualcosa di imprevisto. - Elemento 4: hai appreso la lezione.
Oggi è successo qualcosa di diverso, sei stato illuminato sulla via di Damasco. Questa esperienza è il vero motivo per cui hai scritto questo post? - Elemento 5: concludi e sali in cattedra.
Ora puoi permetterti di dire la tua, di tracciare una direzione. Sei abbastanza credibile per dire che se nella Moka non metti l’acqua bruci la guarnizione. Oppure che al Bar non puoi pagare con la carta di credito perché il barista è infastidito dal misero importo. Ora puoi concludere con il vero scopo per cui hai iniziato a raccontare la tua colazione. La tua autorevolezza, agli occhi dei lettori, è determinata dal viaggio e dall’esperienza diretta.
Non hai ancora finito, ora manca un titolo
Il titolo è una parte fondamentale, perché è l’unico elemento che riesce a catturare per pochi istanti la debole attenzione di chi osserva distrattamente il suo smartphone mentre mangia un panino.
Questi tre pattern sono abbastanza comuni (ne esistono molti altri) e hanno una loro comprovata efficacia. Anche se temo nessuno abbia mai vinto un premio Pulitzer utilizzandoli.
Tre esempi:
Elenco + errori + soluzioni = il titolo potrebbe essere, “5 imprevisti che ti impediscono di fare una colazione rilassante”
Autorevolezza + spiegazione + stupore = il titolo, “Ho un’attività commerciale e comprendo perché al Bar non accettano la mia carta di credito”
Opinione + esperienza + effetti = il titolo, “Vivo meglio e sono dimagrito evitando di fare colazione al Bar”
Ora tocca a te, prendi qualsiasi cosa ti sia accaduta durante il giorno, magari in ambito lavorativo, anche la più semplice e trasformala in una storia che valga la pena di essere raccontata. Se parli di te e della tua esperienza sarai sempre autorevole, interessante e originale.
Questo articolo sarà la mia guida Forever .
Grazie
Ne sono felice Ale!
Ho il tuo libro sul comodino ! Detto tutto
Ho il tuo libro sul comodino ! Detto tutto
Eccellente guida!
Grazie Gianluca
Sei la dimostrazione pratica che la soluzione risiede sempre nelle cose semplici ed autentiche.
è sempre così!
Skande è una garanzia!!!
Ciao Adriana!
Dietro questo “semplice” schema si percepisce l’esperienza di anni di ricerca. Bravo, come sempre.
Un abbraccio Gloria!
La mancanza di idee è più che normale e dubito ci sia qualcuno che non l’abbia sperimentata.
I formati elencati sono un’ottima guida perché rappresentano stimoli per la creatività: restringono il campo in cui ricercare le idee, in fondo.
Soprattutto sono d’accordo con la chiusa: “Se parli di te e della tua esperienza sarai sempre autorevole, interessante e originale.”.
Molti evitano di scrivere, per esempio, articoli su argomenti già trattati. Ma trattarli in modo personale, secondo le proprie idee e la propria visione, rappresenta sempre un contenuto valido e originale.
Esatto Daniele!
Grazie amico
Io sto sperimentando un modo di narrazione di una storia attraverso una serie di articoli attorno ad un tema. Con un gruppo di amici (on line) abbiamo condiviso un esperimento di narrazione: raccontare la pagina di un libro. Che ben presto è diventata per me altro. Mi ci sto avvicinando raccontando settimana dopo settimana la mia esperienza attorno a un libro e alla vita che c’è dietro, e alle tante esperienze che mi ha fatto fare. In più, sto aggiungendo alla scrittura contenuti multimediali come l’audio e brevi video. Ne verrà fuori un contenuto articolato ma – a mio parere – bello.
Mitica!
Ciao Riccardo
ho già letto questo contenuto tempo fa, non tantissimo tempo fa, me li ricordo bene i tuoi post :-)
Vuol dire che possiamo riproporre i contenuti a distanza di tempo? Immagino con taglio diverso o arricchiti.
Ciao grazie
Alberto
L’hai letto nella newsletter che ricevono solo gli iscritti ;)
Me lo ripeterò come un mantra. Articolo utilissimo.
Efficace e illuminante. Come sempre!
Buon suggerimento, mi sembra un metodo efficace.
Ma se invece la mancanza di idee fosse un modo che ha l’universo di dirmi che è meglio lasciar perdere?
Stamattina la colazione è stata Buondì e succo di frutta (back to the 80s :D )
Su una colazione del genere si innesca un effetto IKEA che levati! Non disperdere tutto questo ben di Dio
Ottimo imput, e proprio sul fare colazione che parlerà il mio prossimo post..
Sono un appassionato di profumi e voglio condividere con te Riccardo questa frase di Coco Chanel, che ti rispecchia perfettamente :
” la semplicità è la nota fondamentale di ogni vera eleganza”.
grazie
Contenuti di qualità Top come sempre
Ho entrambi i tuoi libri sotto l’ombrellone.. spero di riuscire a combinare qualcosa di buono !
Grazie!
Pingback: Buondì, IKEA, Oscar Wilde e Playmobil: come nasce un racconto senza idee
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