La luna di miele tra comunicatori e piattaforme di condivisione social soffre di una profonda crisi. Le grandi app che aggregano pubblico e creator di contenuti hanno generato molti malcontenti, soprattutto in chi investe risorse, tempo ed energie creative nel realizzare video, immagini o testi utili a posizionarsi e generare un pubblico fedele.
Gli algoritmi hanno un padrone: i gestori delle piattaforme che regolano la visibilità dei contenuti con lo scopo di trattenere e profilare il pubblico al fine di rivendere alle aziende dati e spazi promozionali. Chi ha molto da perdere in questi ecosistemi è, appunto, l’autore dei contenuti. È come se i quotidiani pagassero i giornalisti in base al tempo di permanenza sui singoli articoli. Se esistessero quotidiani così, i giornalisti si sentirebbero in dovere di spararla sempre più grossa per poter ottenere un pubblico con cui guadagnare, generando una lotta contro chi osa alimentare – costi quel che costi – conferme, controversie o scalpore. Questo è proprio ciò che accade oggi sui social network.
Qualche giorno fa sul sito della BBC, David Molloy ha raccontato che alcuni noti youtuber si sono trasferiti su siti di loro proprietà in cui pubblicare video ad un pubblico disintermediato dalle piattaforme social.
Attraverso i siti di cui sono proprietari questi autori posso ottenere qualcosa che YouTube ha sempre impedito loro:
- la fedeltà del pubblico e la possibilità di ottenere i recapiti di ogni singolo utente
- la possibilità di monetizzare questo pubblico attraverso un abbonamento mensile
- non dover sottostare alla concorrenza di altri player che fanno leva sulla propensione degli algoritmi a premiare contenuti eccessivamente “popolari”
- poter decidere quali pubblicità far apparire in base alla loro etica o a ciò in cui credono
Dopo aver abbracciato convintamente le piattaforme online sono giunto alla conclusione, qualche anno fa, che i social network vadano usati e aggirati. Non possono convivere nello stesso luogo gli obiettivi di un professionista o di un autore con quelli di un algoritmo che tratta i suoi creator e i suoi utenti come mucche da mungere e impedisce di ottenere un pubblico reale.
Che tu sia un famoso creator o un professionista in cerca di clienti devi ottenere la possibilità di arrivare direttamente al tuo pubblico. Devi avere la certezza che puoi bypassare gli algoritmi e arrivare senza mediazione a chi ti concede fiducia. I social network non ti offrono questa possibilità: è giunto il momento di conoscere i nomi e i recapiti dei tuoi collegamenti.
Concordo Riccardo… il vento sta cambiando e nel giro di pochi anni o le grandi piattaforme Social si decideranno ad autolimitare il proprio strapotere oppure gli utenti dedicheranno il loro tempo su altri strumenti che li rispecchiano meglio. Staremo a vedere
Sono curioso anche io di vedere come andrà a finire!
Riccardo ti ringrazio per questo articolo perché conferma quanto ho proposto di fare con l’artista compositore e musicista del quale seguo il Brand. La giusta pazienza e cura dei contenuti sul proprio sito senza spendere eccessive energie di visibilità sui social. I like o le visualizzazioni sono numeri gratificanti certo ma stringere la mano alle persone che si emozionano con la musica e l’arte e che rimangono al tuo fianco nel cammino, questo è il top!
Bravissima Samuela, gli hai dato il consiglio giusto!
Sono assolutamente d’accordo ho un sito web online dal 2000 d ho sempre continuato a curarlo con contenuti di un certo tipo. Proprio in questo momento sto meditando di ridimensionare la condivisione sui social perché comunque mi sono accorto che i miei utenti reali, chi mi segue davvero non è sui social ma vie sul sito come ha sempre fatto. Grazie mille.
Alla fine un sito ben fatto riesce a tenere unità la community attraverso notifiche, mail e abbonamenti
Anche se concordo, mi e ti chiedo: chi inizia come può trovare un pubblico? Si affida solo alla SEO? Se stai iniziando, anche se i tuoi contenuti hanno valore, come crei una comunità fedele e duratura se inizi subito a farti pagare per i tuoi contenuti?
Non sto dicendo che i social o le piattaforme non siano utili, ma che rappresentano il luogo in cui intercettare una domanda che verrà soddisfatta attraverso un canale proprietario in cui raccogliere mail e numeri di telefono
Esatto. Le piattaforme l avevi già detto ti usano come mucca da mungere.
Ma le prsone/clienti sono pronti a pagare (con i soldi) i contenuti che nei social hanno gratis (senza usare soldi)?Relativamente al punto 1, molti si stanno spostando su patreon o twich
Per il punto 4 come si evolvera’ la raccolta pubblicitaria? Uno dei grossi vantaggi hanno le piattaforme social e’ proprio la loro forza nella raccolta della pubblicita’
Sicuramente molto dipende dallo scopo per cui il contenuto viene creato
Su Twich i ragazzini pagano senza essere obbligati dal creator. Forse è giunto il momento di rivedere le convenzioni sui contenuti totalmente gratuiti
Non potrebbe esserci anche un’altra motivazione che spinge quegli autori a pubblicare video nel proprio sito? Un maggior controllo su commenti e interazioni.
Su Youtube si visualizza il numero di “Mi piace” e di “Non mi piace”, così come compaiono commenti negativi (anche dei soliti troll, ovvio).
Vedere decine, se non centinaia, di “Non mi piace” su un video, anche se in netta minoranza coi “Mi piace”, nella percezione dell’utente scatta qualcosa.
Sul tuo sito hai invece un controllo totale.
Grandissima osservazione Daniele, la aggiungiamo ai punti che ho inserito!
Ciao Riccardo, ho una domanda da porti riguardo a eventuali contenuti video da inserire in un canale proprietario.
I contenuti video pubblicati nel sito proprio, devono essere precedentemente caricati su una piattorma tipo YouTube, per evitare di caricare troppo peso nel sito? O devo provvedermi un hosting capientissimo?
Grazie per illuminarmi in questo senso.
Complimenti per tutto ciò che fai.
Continuo a seguirti con grande interesse!
JL
Dipende se sono contenuti a pagamento. Nel caso fossero liberi ti conviene pubblicarli su YouTube ed embendarli sul post. Così non appesantisci il server e non occupi spazio ;)
Riccardo, condivido a pieno. Tanto più che i social ormai stanno diventando “ingestibili”. Una pagina FB, ad esempio, non te la vede nessuno se non paghi. Ok che devono guadagnare, ma fatta così è proprio scandalosa. Il problema, però, è: se uno parte da zero, come può fare a far crescere in tempi adeguati il suo pubblico senza fare pubblicità? E l’altro problema è che la pubblicità ti fa arrivare like, condivisioni, anche iscrizioni newsletter…ma la mia sensazione è che siano il più delle volte fuori target. Almeno per FB. Uno deve condannarsi a scrivere anni e anni prima di far crescere minimamente il pubblico e avere un po’ di gratificazione e ritorno? Ormai internet è una piazza affollatissima…
Il social hanno generato talmente tanto rumore che ora è diventato complesso isolare l’informazione utile dalla quantità di cose poco utili
Mi sembrano degli ottimi spunti di approfondimento ! D’altra parte come non ascoltare il grande Riccardo che con i suoi contenuti mi ha ispirato a creare un piccolo colosso personale da oltre 230.000 lettori al mese.
Saluti e stima per il tuo lavoro.
Complimenti Ciro, il tuo sì che è un vero investimento!
Quando ha chiuso Google+ (e mi piaceva, accidenti), l’ho “sostituito” con Instagram, aprendo un profilo lì. Per poter pianificare alcuni post tramite Hootsuite, ho dovuto anche aprire la relativa pagina Facebook (due per uno, il delirio…). Però resta il fatto che la maggior parte del mio “pubblico” (blog personale di scrittura creativa e lettura) arriva da Santo Google, dove un paio di articoli sono finiti strutturati in prima pagina. A dicembre ho perso una scommessa, una bottiglia di whisky che NON avrei superato i 220mila accessi, ho chiuso con 225mila. Però è tutto personal branding, sono cinque anni che ci “lavoro dopo il lavoro”, investendo tempo e denaro, e solo da quest’anno, il sesto, inizierò a vedere qualche incasso. Però c’è una certa soddisfazione nel rispondere ai continui messaggi di spam su Instagram: “Ciao, siamo blablabla, ti offriamo 1000 followers garantiti per 150 euro” “Grazie, ma il mio pubblico è sul mio sito, 1000 followers tanto per far numero non mi cambiano la vita.” ;)
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Concordo
#mollaisocial