Ci nutriamo di feedback, di riscontri esterni, sono la linfa vitale di chi svolge un lavoro creativo. Attraverso questi impariamo a gestire le obiezioni, comprendiamo il gusto del nostro pubblico e otteniamo numerosi stimoli che utilizzeremo nelle creazioni future.
Ascoltare il tuo pubblico è un grande momento di crescita, tuttavia a forza di sentirti dire quanto sei stato bravo, geniale o interessante potresti iniziare a pensare di essere un gradino sopra gli altri. Chi se lo sente dire costantemente comincia a crederci e a comportarsi di conseguenza.
Nel momento in cui comincerai a credere di essere arrivato, di essere superiore o di fare la differenza inizierà il tuo declino creativo.
Ora spiego perché succede.
La creatività è la combinazione tra tecnica e idee. Chi conosce alla perfezione la grammatica non fa di lui un bravo scrittore; esattamente come chi ha una grande storia da raccontare non è un bravo narratore. Servono la conoscenza tecnica dello strumento comunicativo e la capacità di uscire dagli schemi, trovare nuovi collegamenti tra idee diverse e saper ascoltare, assorbire la creatività che ti circonda. Questa è la creatività.
I bambini sono creativi, perché sanno di non conoscere e qualsiasi cosa per loro è motivo di stupore. Così tentano di riprodurre ciò che vedono e sentono o cercano di imitare e assumere una visione diversa, senza filtri e senza sovrastrutture.
Poi, diventando grandi, diventiamo stupidamente consapevoli di conoscere, abbiamo studiato, fatto esperienze, ottenuto diplomi, riconoscimenti e quindi sappiamo quello che c’è da sapere.
Questo è uno dei motivi per cui pensiamo che le nostre creazioni siano geniali e che il problema non siamo noi, che il mondo sia stupido e non le comprenda. L’artista che si sente incompreso, il marketer che ritiene di avere il migliore prodotto o il musicista convinto che alle persone manchi la cultura per apprezzarlo. Tutte le volte che l’ego prende il sopravvento la tua creatività si ammala.
La creatività non potrà mai veramente sprigionarsi se lasci che l’ego ostacoli ciò che conta davvero: un’onesta connessione con il mondo, unita alla capacità di riconoscere che la parte fondamentale è il tuo impegno, non il risultato.
Tutti sanno qualcosa che tu non sai. Quando impari da ogni persona che incontri, diventi unico e inarrestabile.
La capacità che Riccardo ha di parlare con semplicità e concretezza ha del mirabile. Oltre al fatto che si pone verso gli interlocutori con credibilità, esperienza, e mai sul piedistallo. Un esempio da seguire, centellinando ogni sua parola. Bravo, davvero
Grazie Giovanni, amico mio!
A chi è mai capitato di dirsi soddisfatto dei risultati raggiunti e di cominciare un po’ a morire il giorno dopo?
Infatti il “segreto” è lavorare ad un progetto ambizioso e a lunga scadenza! :D
Non per nutrire il tuo ego, ma da quando ti seguo non ho mai trovato un post banale o inadatto…davvero non sbagli un colpo!!!
Un giorno mi piacerebbe conoscerti di persona…nel frattempo complimenti davvero!
Ecco, questi sono i commenti che fanno male alla mia creatività :D
Ciao Riccardo condivido . Penso che un ego troppo forte freni anche la nostra capacità di osare perché alimenta la paura di fallire agli occhi degli altri. Il nostro forte ego ci fa pensare che siano tutti lì ad osservarci, quando in realtà, con un po’ di umiltà, ci accorgeremmo che nn siamo poi così osservati, seguiti e giudicati
Hai perfettamente ragione, subiamo l’effetto palcoscenico!
“Chi conosce alla perfezione la grammatica non fa di lui un bravo scrittore”. Lo hai fatto apposta? Non sarebbe meglio scrivere: “Chi conosce alla perfezione la grammatica non è un bravo scrittore” ? Questo è il mio feedback al tuo articolo, la frase che mi ha creato disturbo leggendola. Ma mi piaci lo stesso, con le tue imperfezioni!
Sono un genio del male, o solo malato! :D
Grazie Riccardo. Leggo questo tuo post pensando all’appena scomparso Ennio Morricone che in fatto di creatività la sapeva lunga e al quale a Hollywood le major volevano dargli film da musicare e una sontuosa villa. Lui rifiutò e decise di restare a Roma.
Evidentemente il posto non lo rilassava abbastanza ;)
“La creatività è la combinazione tra tecnica e idee. Chi conosce alla perfezione la grammatica non fa di lui un bravo scrittore (ndr. ha ragione Giromini Silva, è uscita male questa frase, ma sospetto fosse per dimostrare la teoria proprio dentro il testo); esattamente come chi ha una grande storia da raccontare non è un bravo narratore.”
Se parliamo di scrittura creativa, scrivere racconti, romanzi, fiction, la creatività è la combinazione tra tecnica, idee e cuore, in miscele più o meno variabili. I bambini infatti hanno idee e tanto cuore, ma poca tecnica, e in genere è proprio la tecnica che ci omologa. Per quello in creatività, i bambini sono straordinari.
In ogni caso, per vendere la creatività, soprattutto libri, ci vogliono buon marketing… e fattore C! :D :D :D
Sottoscrivo in toto, grazie Barbara!