Affermare che sei “esperto” o “migliore” è un’operazione decisamente inutile. Queste sono qualità che dovrebbero emergere da come ti presenti e da quello che racconti, non esibendole come se fossero titoli accademici o caratteristiche che appartengono solo a te. Soprattutto se dici di essere il migliore, perché questa non è una caratteristica che puoi facilmente dimostrare esibendo dei dati ed è utilizzata da molta della tua concorrenza nella descrizione che fa di se stessa. Le persone tendono a credere poco a ciò che dici, ma propendono a ritenere vere le affermazioni che fanno su di te le persone di cui si fidano. Quindi lascia che le parole “esperto” e “migliore” le dica chi non sa dimostrarlo attraverso la sua comunicazione.
“Per essere insostituibili, bisogna essere diversi”
Coco Chanel
Puoi essere il migliore, ma dovrai sempre guardarti le spalle, perché non saprai mai quando il tuo concorrente realizzerà qualcosa che renderà i tuoi risultati inferiori o poco degni di nota. L’unico modo che hai di essere credibile e degno di approfondimento è mostrarti diverso, ovvero più specifico su un tema, una tecnica o un determinato settore della professione in cui vuoi accreditarti. Ma, soprattutto, devi esprimere il tuo modo d’essere, un mix fatto di ironia, attenzione, etica, passione e di posizioni ferme e che ti rendono distinguibile dalla maggioranza che non ama esporsi oppure non sa farlo. Trova tutto ciò che ti rende diverso e apprezzabile da chi ama la specializzazione, il dettaglio o la tua diversità.
Ci sono molti esempi di prodotti uguali, ma diversi nella comunicazione: Red Bull, Coca Cola e Pepsi sono composte al 90% di acqua, anidride carbonica e zucchero, ma ognuna di queste ha una comunicazione che si fa apprezzare da un diverso tipo di pubblico che le ritiene distinguibili.
Scoprirai che, a parità di caratteristiche, verrai scelto per la tua personalità.
Quindi, perché invece di definirti “migliore” o “esperto” non scopri e, soprattutto, racconti ciò che ti rende diverso e unico? Scoprirai che verrai avvicinato e acquistato proprio per questo.
Grande, come sempre, Riccardo.
Hai dato un “consiglio tecnico” che talvolta è difficilmente attuabile in quanto spesso questo modo di comunicare è il prodotto di un atteggiamento psicologico della persona.
Concordo che non è per niente facile. È il tema del mio ultimo libro e non è stato semplice metterlo a terra per l’enorme complessità della materia. Grazie amico!
Come sempre, articolo interessante e argomenti condivisi.Ho sempre considerato la personalità come vera leva di differenziazione e ritengo che la coerenza nella propria comunicazione, oltre al buon gusto e alla capacità espositiva, rappresentino le basi per l’adesione ad un professionista.
Certamente acquisterò anche la tua ultima opera e la leggerò come ho letto ogni tuo capolavoro Riccardo.
Congratulazioni!
Grazie Angelica! Gentilissima
Sono una persona piccola di statura, ma mi definisco “diversamente alta”, qualcuno diceva pure “concentrata”… Per questo mi sono inventata le “interviste dal basso”; sono malata, come altri 500mila italiani, eppure mi definisco “cervello bacato”. Scrivo e pubblico articoli in maniera poco professionale, anche se potrei incasellare i preziosi consigli che ricevo ogni giorno, ma per ora non mi interessa… Eppure giorno dopo giorno la mia rete di contatti si allarga. Davvero le storie belle sono contagiose. Mi piacerebbe che lo fossero più dei gattini e di questo virus che sta mandando tutti fuori di testa. Ahimè, una lotta impari, dove parto già da perdente, come Don Chisciotte.
Ogni persona che comprende chi sei e che vedendoti ha percezioni di affidabilità, professionalità, etica, simpatia e passione per quello che fai, è una vincita. Ogni giorno vinci, anche se pensi di perdere tempo o che sia troppo lenta questa progressione
Mi piacerebbe tanto essere più forte dei gattini, dimostrare un giorno che non l’avranno vinta loro sul web; stai sicuro che sono contenta di ogni piccolo passo, di ogni nuovo contatto conquistato, di ogni persona che ripone in me la sua fiducia. Credo ce ne siano parecchi, e ancora non ne ho chiara la percezione. Ma so che sto seguendo la giusta strada.
Ciao Skande!
Articolo molto interessante. Mi ci ritrovo, facendo l’artista e in un percorso di creazione della mia identità, che associa la musica strumentale alla poesia, passando per i silenzi che amplificano la capacità di ascoltare e di abbassare le difese erette dalla frenesia.
L’identità e, quindi, l’originalità che ci differenzia, è forse un premio per chi ha il coraggio di ridimensionarsi in primis, di fare un passo indietro per poi spiccare il balzo? Per chi non cerca di piacere per forza, e matura la forza di piacere per quello che cerca? Domande che nascono e che danno una bella sensazione… di cui ti ringrazio.
Buona giornata,
Matteo