Ho letto di tutto sui contenuti, alcuni insegnano come scriverli al meglio, come renderli caldi e appassionanti, oppure persuasivi o di grande impatto sul pubblico. Questa è la prima volta che vedo la definizione “facili da usare” adottata da Forrest Brown in questo articolo e trovo che sia decisamente calzante e corretta.
“Gli esperti enfatizzano molto sulla scrittura di contenuti “buoni” o di contenuti “performanti”.
Forrest Brown
Tiriamo fuori i nostri assi nella manica, analizziamo ogni singolo pixel per arrivare al target perfetto, cerchiamo di capire la densità delle parole chiave, realizziamo call to action, messaggi appropriati alla strategia di funnel.
Ma Google è un Dio volubile. Vuole anche che le persone abbiano una buona esperienza mentre visualizzano i nostri contenuti e ciò significa renderlo “Easy to Use””
Cosa intendiamo per contenuti “facili da usare”?
Alcune persone rifiutano l’idea della parola scritta come mero strumento, in un mondo che sembra amare solo foto e video, ma in realtà sono molti a richiedere questa forma di contenuto. L’altro motivo strettamente correlato è quello di aumentare il tasso di conversione. Il contenuto testuale parla al lettore attraverso la voce del lettore. Quindi arriva più in profondità di qualsiasi immagine, se il lettore è realmente interessato.
Il contenuto dovrebbe rispondere a una domanda, intrattenere il lettore o aiutarlo a prendere una decisione difficile. Le persone usano i contenuti quando vogliono, quando ne hanno necessità, dalla ricerca di una ricetta a una recensione di un prodotto.
La sola intenzione di aiutare i tuoi lettori non è però abbastanza, se non hai fatto anche un buon lavoro di organizzazione e stesura. Ci sono molti contenuti inutili nel web e non ha senso continuare ad ingrossarne le fila.
Come scrivere contenuti facili da usare?
Se stai cercando modi per rendere più fruibili i tuoi contenuti, dovresti smettere di farlo tra siti, riviste e giornali e pensare invece ai libri di testo.
Pensa a come viene formattato un buon libro allo scopo didattico: ogni capitolo o sezione contiene un sommario, paragrafi più corti, box laterali o glossari per chiarire concetti o termini, e diagrammi e grafici per illustrare concetti complicati. Ovviamente, i libri di testo non sono l’apice dell’esperienza dell’utente o un esempio per la progettazione di Blog di qualità, ma sono costruiti tenendo comunque conto dell’esperienza di chi li leggerà.
Ecco che cosa puoi trarre dai libri di testo:
- Allineare le aspettative sin dall’inizio. Le persone hanno maggiori probabilità di impegnarsi in qualcosa quando sanno di che cosa si sta parlando. Includi un tempo di lettura stimato sulla pagina. Una buona regola empirica è di calcolare dai tre ai cinque minuti per ogni 500 parole.
- Rendi le cose importanti facili da trovare. La maggior parte delle persone non passa nemmeno 15 secondi su una pagina web. Le ragioni per andarsene sono molte e non trovare ciò che cercano è probabilmente tra le prime.
- Evita le parole del dizionario e le frasi complesse. Per ottenere un pubblico più vasto devi registrarti su un livello di lettura da terza media. Serve avere un buon equilibrio tra frasi brevi e lunghe ed è meglio optare per parole il più comuni e semplici possibile.
- Usa elenchi puntati. Gli elenchi puntati appaiono più puliti ed incisivi. Se hai un contenuto che può adattarsi, valuta di suddividerlo in un elenco puntato.
- Scrivi paragrafi brevi. I paragrafi lunghi sono utili in alcune situazioni, ad esempio per favorire una maggiore articolazione dei concetti, ma sembrano anche stancanti e i lettori tendono ad evitarli.
- Inserisci immagini, grafici e diagrammi. Alla gente piacciono le foto. Gli elementi visivi si elaborano più velocemente di un testo. Usare foto, illustrazioni, grafici e diagrammi quando e dove è appropriato, può aiutare l’esperienza del lettore. È importante però mantenere basse le dimensioni dei file o delle immagini, onde evitare caricamenti troppo lenti della pagina.
- Apri i collegamenti in una nuova scheda. A nessuno piace quando, facendo clic su una citazione o su un altro backlink, si lascia la pagina originale. Così facendo si perde il punto di lettura ed è probabile che il lettore rinunci a leggere del tutto l’articolo.
Assicurati che ciascun collegamento sia aperto in una nuova scheda o finestra, così da ovviare al problema. - Ricordati di scrivere il testo alternativo. E non lesinare nemmeno su di esso. Il testo alternativo è utile soprattutto per i visitatori ipovedenti che usano gli screen reader, ma viene visualizzato anche quando le immagini non vengono caricate correttamente. I crawler dei motori di ricerca, inoltre, leggono anche il testo alternativo.
Ricorda solo di non usare il testo alternativo come opportunità per il riempimento di parole chiave, rendilo breve e descrittivo e includi sempre un punto alla fine.
Questo aiuterà davvero la tua strategia SEO?
La risposta breve è sì. Google si preoccupa molto dell’usabilità e dell’esperienza dell’utente e tra i criteri per determinare cosa costituisce una buona ‘esperienza utente’ ci sono:
- Tempo di caricamento della pagina
- Tempo trascorso sulla pagina
- Accessibilità
- Sito responsive
Se ci preoccupiamo maggiormente dell’usabilità dei nostri contenuti, questo influenzerà questi criteri.
Non solo. Includi le parole chiave all’inizio dei titoli descrittivi e nell’URL. Crea meta descrizioni concise che includono le tue parole chiave e che spiegano chiaramente cosa l’utente può aspettarsi dal contenuto. C’è da precisare che Google non considera le meta descrizioni nel suo algoritmo di classificazione, ma buone meta descrizioni possono aumentare le percentuali di clic, cosa considerata da Google.
Questo discorso va però al di là di Google stesso: se le persone devono scegliere tra due strumenti identici, quale sceglieranno? Propenderanno per quello che si usa più facilmente.
Ora rendi i tuoi contenuti più facili da usare
“Un bravo content creator deve giocare d’astuzia, prima con una buona ricerca e scrittura, poi con la massima facilità d’uso per il proprio lettore”. Conclude così il suo post Forrest Brown. Ora non ti resta che rendere semplici anche i tuoi contenuti: le persone e gli algoritmi apprezzeranno il tuo sforzo in questa direzione.
Tutta questa rincorsa alla semplificazione si sta trasformando in un abbassamento generale della qualità della scrittura. La rincorsa al raggiungimento mdel maggior numero possibile di visualizzazioni (non di lettori) si sta trasformando in una costante banalizzazione della lingua a discapito della nostra cultura.
Questi concetti sono mutuati dalla tradizione anglosassone, nella quale si predilige al semplificazione del periodo e del lessico per venire incontro a una fruizione distratta e superficiale.
Mi rendo conto che le necessità della nostra epoca richiedono un certo tipo di scelta, tuttavia, da amante della parola (scritta, parlata, cantata ecc.) non posso che rattristarmi di fronte a questa corsa verso il basso in cui ci siamo avventurati. Addio passivo, addio subordinate, addio congiuntivo e tempi passati troppo complesso, addio articolazione del periodo, addio bellezza.
Non ti sembra che tutto questo semplificare ci stia portando distanti dalle radici della nostra lingua?
Non dovremmo cercare un equilibrio tra semplicità, efficacia e bellezza?
È condivisibile, ma non dovremmo confondere la semplicità con la qualità, l’accessibilità con la superficialità. Un comunicatore sgrammaticato non mi facilita la lettura. Un giornalista banale non è semplice.
Ho capito il tuo messaggio, ma il nostro nemico non è la semplicità o l’accessibilità
Perfettamente d’accordo. Semplicità e fruibilità non sono da combattere, anzi! Dovrebbe essere un’ambizione.
Il mio timore è che la pigrizia e l’ignoranza possano facilmente trascinare tutto verso il basso e trasformare tutto in un flusso di banalità senza qualità.
Dovremmo essere in grado di divulgare un messaggio che dia una spallata a un certo approccio alla scrittura che premia la superficialità della forma e dei contenuti e che faccia comprendere che per essere fruibili non serve violentare forma e sostanza.
Mettersi al posto del lettore apre gli occhi.
Spesso ci innamoriamo così tanto dei nostri contenuti da lasciarci andare in tesi e arzigogoli barocchi, dimenticando che noi per primi salteremmo a pié pari contributi simili.
Rendere facile il post o la pagina è come offrire una poltrona comoda.
Io uso anche il grassetto, dov’è possibile, per dare una mappa visiva delle parole clou.
Grazie Riccardo. Puntuale, ricco e. Facile come sempre.
Grazie Teresa!
Grazie Riccardo.
Condivido l’opportunità di semplificare.
Aggiungo che prima di scrivere è fondamentale aver ben chiaro chi è il nostro lettore e quale obiettivo vogliamo raggiungere. Sembra scontato, ma spesso non è così.
Semplificare non significa svilire o banalizzare: è una facilitazione, una “cortesia” al lettore. Siamo onesti: a nessuno piace fare fatica! La possibilità di approfondire rimane, ma è la scelta consapevole di chi non si accontenta di “un assaggio”.
Per tutti gli altri, considerato che l’attenzione media è inferiore a 8 secondi, meglio parole e frasi brevi e un layout che offra leggibilità.
Assolutamente d’accordo. E non confondiamo la semplificazione dei contenuti con la povertà dei contenuti.
Del resto Richard Feynman, Premio Nobel per la fisica nel 1965, ce lo insegna nelle sue lezioni di fisica: semplificava i concetti fino al loro nucleo basilare, riuscendo a spiegare la fisica a chiunque. Nei suoi appunti arriva a scomporre gli argomenti nelle parole comprensibili ad un bambino di 8 anni, che non ha un vocabolario evoluto ma possiamo via via insegnarli anche i termini più complessi.
All’epoca io sono riuscita a spiegare a mia nonna che cos’era un computer, lei che aveva solo la terza elementare e nemmeno la patente. Del resto lo diceva un altro fisico d’eccellenza: “Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna.” Albert Einstein, Premio Nobel per la Fisica 1921
:)
Mitica, bravissima amica!
Beh, del resto l’altissima prosa dei Promessi sposa può essere letta non solo in terza media ma anche prima. Piacerebbe Manzoni a SEO?