Guardare in faccia alla realtà non è un’attività per tutti. Nell’essere umano la percezione della realtà è spesso condizionata da due elementi inconsapevoli: la paura e la speranza. Qualsiasi attività cerchiamo di intraprendere è soggetta a questi fattori. La paura ci blocca profetizzando un futuro nero, incerto o pericoloso. La speranza ci sprona facendoci assaporare il risultato, è il carburante del nostro impegno. Può essere evocata, proprio come la paura, nel momento in cui decidiamo di imboccare una strada.
“Comprendere, accettare e lavorare con la realtà è al contempo un’attività pratica ed entusiasmante. Sono diventato così iperrealista da imparare ad apprezzare la bellezza in tutte le realtà, anche quelle sgradevoli, e ho maturato un certo disprezzo per l’idealismo utopico”
Ray Dalio
Una visione iperrealista
Secondo Ray Dalio, noto imprenditore inserito da Time e Forbes tra le prime 100 persone più ricche e influenti al mondo, le persone si dispongono naturalmente in uno stadio intermedio tra queste due categorie: “godersi la vita” e “lasciare il segno”. Nessuno dei due obiettivi è migliore dell’altro e nessuno dei due è slegato dall’altro; sono entrambi perseguibili e ottenibili seguendo una semplice formula ormai collaudata: Sogni + Realtà + Determinazione = Risultati.
Sono tre variabili di un’equazione in cui una visione ideale di noi stessi a medio-lungo termine si incrocia con la realtà non mediata da percezioni, ma da condizioni e dati reali, attraverso l’impegno a superare gli ostacoli che ci impediscono di ottenere, nel tempo, l’obiettivo che ci siamo posti.
Alla luce della mia esperienza, posso affermare che raramente ho incontrato persone che abbiano un obiettivo a medio termine, sappiano valutare la realtà dei fatti – senza la mediazione di paura e speranza – e infine abbiano la voglia e la motivazione per perseguire un risultato aggirando o abbattendo ostacoli. “Roba da duri”, sembrerebbe.
La soluzione: praticare l’apertura mentale radicale
“Pensate a voi stessi come a una macchina che opera all’interno di un’altra macchina e sappiate che avete la capacità di alterare le vostre macchine per produrre risultati migliori”. Quando la realtà coinvolge noi e quello che facciamo, spesso troviamo interpretazioni che ci rassicurano o addolciscono una verità che non accettiamo.
L’uomo ha in comune con gli animali l’istinto, ma diversamente da questi, può razionalizzare ciò che lo circonda e comprendere la logica di funzionamento della natura e della propria proiezione nel tempo. Come esseri umani possiamo fare qualcosa per un ritorno futuro e non solo immediato.
L’emozione e l’istinto fanno parte della nostra natura animale, tuttavia è con il ragionamento che ci distinguiamo dagli altri esseri viventi. Da questa mescolanza emerge la confusione tra ciò che è vero e ciò che non lo è.
Avere la capacità di valutare in modo freddo e distaccato le scelte che siamo in procinto di compiere per raggiungere il nostro obiettivo è qualcosa in cui dobbiamo impegnarci. L’efficenza è un sotto prodotto del realismo, della valutazione distaccata.
Se sai che per ottenere il risultato che ti sei prefissato devi lavorare per un periodo indefinito, devi essere anche consapevole che non lo puoi mettere continuamente in discussione solo perché non ti dà nessuna soddisfazione nell’immediato. Fare i conti con la realtà, avere una visione distaccata è l’unico modo che hai di poter perseguire un risultato.
Le persone che raggiungono i loro obiettivi raramente confondono un atteggiamento positivo con un piano intelligente, mentre si rendono perfettamente conto che è improbabile che l’uno senza l’altro possa portarli verso una specifica meta.
Buongiorno, articolo interessante.
Spesso i sogni servono per immaginare il futuro desiderato. Poi succede che a metà strada ci si scoraggia perché non si raggiungono in breve tempo i risultati sperati.. È dura fare i conti con la realtà.
Saluti Karin
Lo diceva anche mia nonna: con la paura non si va da nessuna parte. :)
Però anche la speranza non aiuta, sperare dà l’idea che non possiamo avere una minima parte di responsabilità nei nostri fallimenti/successi, ma che sia piuttosto il destino o il karma o la casualità. Meglio forse sperare, ma avendo un piano b.