Molti faticano a comprendere la differenza tra efficacia ed efficienza. Oggi abbiamo a disposizione tecnologie con cui possiamo essere sia efficienti che efficaci, attraverso mezzi che promettono e mantengono questo impegno. Tuttavia, mai come ora, tanti hanno smarrito la strada per esserlo. La promessa iniziale degli strumenti digitali descriveva un mondo in cui avremmo avuto più tempo a disposizione, ma vedo che molti sono sono stati completamente assorbiti dall’utilizzo di queste tecnologie.
Non sono quindi gli strumenti a disattendere la promessa, ma le persone che li utilizzano.
Perché una parte delle persone (e delle aziende) non è in grado di avvalersi di questi nuovi strumenti digitali?
A mio avviso sono due i principali problemi:
- La tecnica
Apprendere il modo corretto di utilizzare e interpretare le nuove tecnologie comporta studio ed esperienza diretta su queste. C’è una curva di apprendimento che varia in base all’impegno e al grado di adattamento di chi li utilizza. - Gli obiettivi
Qualsiasi innovazione apportiamo al nostro lavoro deve avere un senso e uno scopo. Molti si sono persi nella tecnica cercando di imitare lo stile e gli obiettivi di altri pensando che possano essere utili anche a loro.
Nel campo della comunicazione, la migrazione tra vecchio e nuovo, tra analogico e digitale, è stata per molti disordinata e confusa. Si è pensato di “cambiare per cambiare” e non di innovare o aumentare l’efficienza, dei metodi che già funzionavano. Migliorare ciò che fai, non significa rivoluzionare tutto.
L’unità di misura della comunicazione è l’efficacia, non l’efficienza. Nonostante questo, vedo persone e aziende che imboccano la strada dell’efficienza immaginando che attraverso questa riusciranno ad ottenere più attenzione e più clienti.
Sponsorizzare una “storia” su Instagram ad un pubblico di 10.000 persone significa aumentare l’efficienza. Aumentare i fan della pagina con una modalità veloce ma di dubbia profilazione è all’apparenza un modo efficiente per crearsi un seguito.
L’obiettivo primario è l’efficacia, l’efficienza è al suo servizio
Nella comunicazione l’efficacia si misura sulle persone, l’efficienza sugli strumenti. Questi ultimi sono stati ideati per essere efficaci nei tuoi confronti, non nei confronti dei tuoi obiettivi. Devono quindi indurti a essere presente, acquistando il tuo prezioso tempo, o vendendo a te il tempo degli altri; sono efficaci rispetto ai loro obiettivi, ma non sempre restituiscono la loro efficacia in relazione ai tuoi obiettivi.
È giunto il momento in cui devi farti delle domande:
“La qualità delle tue domande determina la qualità della tua vita” – Anthony Robbins
Come sei riuscito in passato a catturare l’interesse del tuo cliente? Perché firma il tuo contratto? Perché è soddisfatto? Perché parla bene di te a un suo amico?
Se scopri i motivi che ti hanno portato all’efficacia, allora puoi migliorare e aumentare l’efficienza con gli strumenti. Non perderti facendo il contrario.
Focalizzato come sempre.
Grazie, Riccardo, di aver ricordato così precisamente questo importante concetto!
Grazie a te Andrea!
Grazie Riccardo!
Dovere, Genny!
Sempre illuminante.
Grazie…. Buon Anno! :)
Buon inizio anno anche a te Rita!
Come mi capita di dire, le tecnologie possono essere sollievo o maledizione.
E come dici è assolutamente necessario utilizzarle nel modo giusto
Proprio così, Fausto!
Mamma mia Riccardo! Questo post mi ha ricordato (un po come quando a scuola si imparavano a memoria le poesie) il famigerato art. 1 della Legge 241 del 1990 sull’attività amministrativa. Tutti i dipendenti della pubblica amministrazione dovrebbero conoscere a menadito almeno 5 parole: economicità, efficacia, imparzialità, pubblicità, trasparenza. L’unica – almeno in questo articolo della Legge – è proprio l’efficienza. E vedi come stiamo messi.
Ungaretti mi fa un baffo amica! :D
come fa ad essere efficace chi non ha dati storici? Non sarebbe in questo caso meglio focare nell’efficienza prima di definire un obiettivo fattibile e poi pivotare per ‘efficacia’?
To remember!