Essere scelto come fornitore di servizi, per una consulenza o un colloquio al fine di un’assunzione significa rassicurare attraverso un insieme di caratteristiche e percezioni nella mente di chi ti osserva.
Creare un Brand personale online ha due principali obiettivi. Il primo è renderti visibile, il secondo trasmettere rassicuranti informazioni a chi è interessato alla tua professionalità.
La forza dei legami deboli è stata ampiamente dimostrata e consiste nell’ampliare il pubblico a cerchie che non ti conoscono, a persone che hanno accesso a informazioni ignote al tuo gruppo. Quindi, se sei alla ricerca di un lavoro, di nuovi clienti o di investitori è più probabile che tu possa trovarli al di fuori della tua cerchia di amici. Essere scelto e infondere fiducia nei legami deboli non è semplice. Devi incanalare le informazioni che ti riguardano su aspetti rassicuranti e su solide capacità evidenti e dimostrabili.
Il credito che diamo ad una determinata persona, si basa sulla valutazione delle informazioni recuperate al momento o sulla conoscenza pregressa che abbiamo della persona stessa. Mark Granovetter nel libro “Società ed economia. Modelli e principi” spiega che “La fiducia è basata sulla conoscenza o sul calcolo degli interessi altrui, (…) con un evidente rischio di circolarità in un assunto simile, se osserviamo la fiducia solo ex post”.
C’è un evidente problema nell’acquisizione di informazioni e nelle capacità cognitive da parte delle persone che prendono decisioni. Queste, nel caso dei “legami deboli”, andranno oltre le scelte razionali e agiranno sulla base di informazioni incomplete o condizionate da suggestioni. Di fronte a questa debolezza, che ci accomuna tutti, ti evidenzi attraverso un’immagine solida ed esibendo dati a conferma della tua professionalità.
Vi sono due modelli di pensiero in riferimento alle scelte che le persone compiono. Gli economisti sostengono che gli individui perseguono i loro interessi guidati da incentivi quantificabili e razionali quali, ad esempio, i costi, le caratteristiche tecniche o i risultati dimostrati. I sociologi, invece, sono più propensi a ricondurre i motivi della scelta alla rilevanza sociale, all’appartenenza ad una determinata cerchia o a fattori estetici. Credo che la verità stia nel mezzo. La scelta è determinata da un buon compromesso tra queste due visioni.
In definitiva, ritengo che l’attività di Personal Branding consista in una gestione attenta di tutti gli elementi percettivi che compongono e restituiscono la tua immagine ad un pubblico che ancora non ti conosce. Elementi che si basano su dati reali, che devi dimostrare, e percezioni “estetiche” che devi curare per confermare solidità nella mente di chi è in cerca di una professionalità come la tua. In base al pubblico che vuoi raggiungere e all’obiettivo che ti poni, dovresti uscire dalla cerchia dei tuoi legami forti e perlustrare nuovi collegamenti, da attrarre attraverso contenuti che soddisfino i bisogni dei legami deboli, e infine contagiarli con un’ottima presenza e autorevolezza percepita.
Questo gioco non funziona se non dai di te un’immagine solida e coerente (il tuo Blog, la tua presenza social e le informazioni che ti riguardano chiare e facilmente reperibili). Non puoi attrarre nessuno se non individui e soddisfi bisogni attraverso contenuti dai quali emerga la tua professionalità. Non riuscirai a trattenerli se eviti la relazione o non stabilisci uno scambio di benevolenza reciproca con chi si avvicina.
Al contrario di quello che pensano molti, il Personal Branding non consiste nel mettersi in mostra con selfie e atteggiamenti presuntuosi o vanagloriosi, ma nell’intercettare con informazioni utili e rassicuranti chi ha bisogno di una persona come te. In tutto questo non c’è bisogno di scomodare il tuo ego.