Chiunque abbia un minimo di presenza e visibilità attraverso Social Network e blog ha ricevuto commenti critici, di varia intensità e aggressività.
Non sto prendendo in considerazione le critiche giuste e motivate, quelle che ci fanno crescere e ci fanno bene, perché chi critica costruttivamente ti ama, vuole migliorarti e devi ringraziarlo, anche quando non sei d’accordo con lui. Il problema è quando chi ti attacca ha, come unico obiettivo, di colpirti e affondarti. Uno scaricare rabbia e frustrazione, spesso mascherato da appigli reali, ma che è visibilmente un attacco alla persona e non ai contenuti.
I motivi per cui una percentuale di utenti diventa aggressiva e risentita non è materia di mia competenza. In alcuni casi l’attacco è violento, fine a se stesso, spesso eseguito da un utente falso (troll) o con un nome di fantasia. Questi vanno bloccati e non considerati. In altri casi è un concorrente ad attaccare, oppure qualcuno a cui dà fastidio la popolarità di chi ha avuto maggiore successo o che utilizza bene gli strumenti di comunicazione digitale. Credo che il maggiore impulso nell’attaccare un collega/concorrente sia dato dall’insoddisfazione per i risultati lavorativi ottenuti. Queste persone sono spinte a credere di ricevere troppo poco rispetto agli sforzi che compiono ogni giorno. Una caratteristica che li contraddistingue è l’assidua presenza online che, per chi li osserva, è un solido indicatore di mancanza di impegno sul versante lavorativo.
I Social Network mettono le persone su un palcoscenico in cui possono esibirsi a qualsiasi ora del giorno. In questo proscenio si possono fare due cose; la prima e più sana è esibirsi creando contenuti rilevanti per il pubblico a cui vuoi arrivare; la seconda, nociva per loro e per gli altri, è attaccare e criticare la concorrenza cercando di determinare la differenza che c’è tra loro e te.
Non si attacca qualcuno che si reputa inoffensivo, o non degno di considerazione. Se subisci attacchi da parte di questi elementi, devi ricordarti di essere grato del debito karmico che sciogli incontrandoli; se ti attaccano è perché vedono in te una minaccia, oppure un professionista che li ha limitati o ha ottenuto delle occasioni che, se tu non fossi esistito, avrebbero potuto essere loro. Tu sei in debito con la fortuna e con l’universo per essere stato così abile e capace di ottenere un vantaggio competitivo grazie alla tua competenza e al tuo modo di comunicare e di rapportarti agli altri. Se ti attaccano è perché tu sei in vantaggio. Gestisci il vantaggio.
La prima cosa da fare è gestire l’attacco nella maniera più rapida possibile, ma non così tanto da non essere calmo e rilassato. Innanzitutto cerca di comprendere di che tipo di attacco si tratta e agisci diversamente da chi ti assale: reagisci in modo freddo.
“La rabbia è quella sensazione che fa in modo che la tua bocca lavori più velocemente della tua mente” – Evan Esar
L’obiettivo di chi ti aggredisce è ottenere visibilità nella tua community, mettere in dubbio le tue capacità o confonderti. Noterai che per farlo parlerà più di te come persona che del contenuto che hai postato. Un altro indicatore di attacco alla persona è l’assiduità: ti cercano, vogliono te, qualsiasi cosa tu faccia è un buon pretesto per accendere la miccia dell’odio.
Con chi critica costruttivamente devi confrontarti allo stesso livello ed essere aperto a nuove idee, mettendo in dubbio tutto quello che fai e dici. Con chi attacca per quello che sei e non per quello che fai non puoi agire allo stesso modo: non scendere mai al livello di chi ti attacca.
Se l’attacco è volutamente personale fai come loro, sposta l’attenzione da quello che dicono a quello che sono. Scherza e divertiti, fai comprendere a chi segue la conversazione che non ti pesano le loro parole, che non hai tempo per i loro deliri e reputi il loro attacco non degno di una risposta seria. Nella maggioranza dei casi scompaiono. Quelli che rimangono invece, di fronte a questo tuo atteggiamento si imbestialiscono e si smascherano da soli, perché rendono trasparente il loro essere accessibili negli intenti di odio, smascherandoli. A quel punto puoi cessare di rispondere, perché chi leggerà la conversazione si è fatto un’idea molto chiara di te e di quel genere di detrattori. Chi risponde per ultimo, in questo gioco, perde quasi sempre.
Quando hai a che fare con elementi che ti hanno messo nel mirino per qualche assurdo motivo che non ti esorto ad indagare, puoi agire cancellando il collegamento e infine a bannarli. In modo da impedire ad entrambi la vista reciproca. La differenza tra una comunità e una rete è che a una comunità si appartiene, mentre la rete ti appartiene. Ne hai il controllo. Si possono aggiungere amici quando lo si desidera ed è possibile eliminarli allo stesso modo. È giusto e sano non frequentare chi non condivide il tuo modo di essere, mentre è giusto e sano frequentare chi non la pensa come te. C’è una bella differenza tra questi due gruppi di persone.