Credo che il mestiere del comunicatore digitale sia riconducibile a “osservare e porsi le giuste domande”. In un’epoca di trasformazione così veloce, siamo incanalati in un flusso costante di cambiamenti nel modo di comunicare, di interpretare gli strumenti e di gestire le evoluzioni tecnologiche. Sarà molto complesso uscirne senza avere una direzione, senza conoscere i nostri intimi bisogni e avere una visione chiara dei nostri obiettivi. Non esiste un manuale di istruzioni che ci dica quali sono le dieci cose per ottenere un buon lavoro o vendere con successo i nostri servizi. Oggi, dobbiamo riorganizzare tutte le pratiche che hanno funzionato fino a ieri, perché mutano i bisogni, gli stimoli e il pubblico diventa sempre più esigente e insensibile verso le promozioni.
Dobbiamo osservare gli altri per capire i loro bisogni. Dobbiamo osservare chi sta facendo bene il mestiere per comprenderne i segreti. Dobbiamo osservare noi stessi per capire cosa vogliamo ottenere e se saremo felici e appagati una volta che l’avremo ottenuto. L’osservazione va guidata dalle domande “perché il mio concorrente è riuscito meglio di me?”, “quali sono i miei punti deboli e quali competenze mi mancano?”. Queste sono solo alcune delle tante domande che mi faccio quotidianamente. Le domande non servono se ci assolviamo dagli errori fatti, se pensiamo che abbiamo avuto sfortuna o che gli altri hanno usato trucchi. Le domande non servono se ci deprimono. Le domande servono solo se portano alla consapevolezza e a migliorarci costantemente.
Osservare e porsi le giuste domande! Questo è il metodo con cui si eliminano i dubbi e si combattono la confusione, l’incertezza e la mancanza di direzione.