Una parte fondamentale del mestiere di “comunicatore digitale” è “annusare l’aria”, capire da che parte tira il vento e cercare di anticipare/adattarsi al mercato. Inutile negarlo, sono le piattaforme e l’apprezzamento del pubblico a cui vorremmo comunicare che determinano o meno la nostra presenza. È infruttuoso impegnarsi con uno strumento mediatico in cui non troveremo un pubblico attento e sensibile ai nostri temi.
Da sempre sono sostenitore della multicanalità in fatto di impegno contenutistico e ho sempre investito anche in strumenti che non rendevano quanto quello principale e più performante, che tutti conosciamo con il nome di Facebook. Questa piattaforma, oltre ad avere il pubblico più vasto, genera l’impegno del segmento più corretto rispetto alla mia comunicazione personale.
È uscita qualche ora fa, pubblicata da Treem, una ricerca in cui si evince che il pubblico USA è stanco dei social e ha dichiarato che uno dei buoni propositi per il 2017 è ridurre l’impegno su questi o addirittura scollegarsi completamente. I motivi principali sono imputabili alla privacy, la cattiva informazione (a tal proposito aggiungo anche questa ottima riflessione di Iddio) e la perdita di tempo. Anche se questa ricerca non mi sembra molto attendibile, l’impressione è che la presenza su Facebook si stia normalizzando rientrando in un modello più sostenibile e meno ossessivo in un pubblico che ne aveva fatto una mania.
Un altro dato interessante è quello emerso da una ricerca comScore, riportata dal blog di Franz Russo, da cui si evince lo spostamento del pubblico dal browser del desktop allo smartphone. Nulla di nuovo, tranne il sigillo sul fatto che l’utenza non ama installare app e si ritrova a utilizzare sempre le stesse (messaggistica, mail e maggiori social network). Quindi, nei pochi che ancora ci credevano, tramonta l’idea di costruire una propria app aziendale ai soli fini comunicativi: difficile convincere il pubblico ad installarla.
In definitiva, serve un contenuto che sappia adattarsi al cambiamento e che sia fruibile da qualsiasi piattaforma, sia di messaggistica privata che attraverso post pubblici. Oltre a questo, serve una strategia che metta in campo la vostra presenza personale o aziendale in tutte le maggiori piattaforme ai fini della distribuzione di questo contenuto, nelle poche app utilizzate dal grande pubblico.
Quale contenuto si adatta meglio ad essere distribuito? Quello con un indirizzo fisico e la capacità di essere “esploso” con un semplice clic o tap?
Ve lo dico io: è, ancora, un articolo del vostro blog! (o, in alternativa, YouTube)