Sarà che sono reduce da incontri e eventi in cui ho incontrato tantissimi amici che leggo quotidianamente sui social e vivo questo momento di sincero trasporto nei loro confronti, ma devo rilevare che ormai questi mezzi digitali hanno senso solo se vi è una effettiva vicinanza emotiva rispetto alle persone collegate. Lo ha detto molto bene l’amico Andrea Antoni qualche giorno con la frase,
“è bello ricordare i tempi in cui si twittava per dire minchiate e non per l’engament. La parola marketing era mega lontana dalle nostre vite e di “storytelling” (grazie a dio) nessuno ancora parlava.
Twitter è cambiato, queste persone no. Erano dei grandi e continuano ad esserlo, perché alla fin fine, la piattaforma è il mezzo e non il fine e resteremo amici a prescindere dal media usato”.
Questa è la vera essenza dello strumento che possiamo chiamare Twitter, Google plus, LinkedIn o quello che ci piace di più. Questi strumenti funzionano e hanno effetti benefici solo se siete presenti con l’anima e con il sangue, estensioni naturali del vostro corpo che vuole incontrare gli altri e provare una vera vicinanza fisica. I canali di conversazione digitali sono strumenti che riscaldano qualcosa che diventerà vero nel momento in cui incontrerete le persone che stimate e che più vi attraggono. Gadget che tengono la relazione in sospensione in attesa del suo naturale compimento.
Questo obiettivo è poco calcolato dagli amministratori di account aziendali e da molti professionisti in ottica di Personal Branding. Si pensa a questi strumenti come ad una discarica di contenuti senza cuore e senza interazione in cui qualcuno vive per leggere informazioni fredde e piatte. Per gestire i contenuti e le community delle pagine Facebook servono intrattenitori, pieni di idee e ricchi di vivaci iniziative. Persone che rispondano a tutti e che leghino a loro chi si avvicina. Serve l’equivalente digitale degli animatori turistici o dei deejay da discoteca, persone che stimolino la conversazione e che arricchiscano di relazione vera chi entra in contatto con la pagina.
Serve il calore e non la noia. Servono i contenuti interessanti e divertenti al posto delle markette promozionali. Servono cuore e passione. Tutto questo deve esserci anche se sono in pochi a seguire l’account, perché il numero dei follower non importa. Ciò che conta davvero sono la passione trasmessa e la vicinanza emotiva. Ci sono persone e (poche) aziende italiane che hanno capito benissimo questo meccanismo e sono riuscite a coinvolgere il loro pubblico. Mi stupisco della maggioranza che non ha compreso questo banale e semplice meccanismo. Se li tratti in modo freddo ti lanceranno i cubetti di ghiaccio.