Vale ancora il vecchio detto “Content is the King”?
Dopo aver visto negli ultimi tempi molte persone mettere in dubbio che sia il contenuto a fare la differenza mi sento di dover ribadire che, fortunatamente, è ancora così. Un buon contenuto che arrivi nei tempi giusti, facendo leva sulle emozioni condivise e facilitato dall’impiego di influenti stakeholder della rete, ha una capacità di propagazione quasi certa. Questi quattro elementi combinati insieme sono la pozione magica della viralità. Purtroppo non è facile creare un contenuto di testo che possa diventare virale, perché la viralità è nel 99% dei casi basata su contenuti visuali, quali foto, video o infografiche. Questo perché sono più immediate per un pubblico che, oltre a non amare la lettura, ha problemi di comprensione della parola scritta.

bianconiVi sono comunque esempi eclatanti di contenuti testuali virali. Rimanendo in Italia vi cito due casi incredibili. Il primo e l’ormai arci noto post della recensione del film “50 sfumature di grigio” di Matteo Bianconi che è riuscito a totalizzare ben 100.000 condivisioni. Purtroppo il post è stato segnalato da una moltitudine di utenti e cancellato dal sistema in modo arbitrario anche se non conteneva violazioni delle policy . Un secondo e incredibile post l’ha scritto Luca Perri e si tratta di un testo non facile che parla, in maniera divulgativa ma non troppo, della recente conferma dell’esistenza delle onde gravitazionali. Luca “forte” dei suoi 700 amici su Facebook ha ottenuto con un semplice post di testo ben 12.000 condivisioni (in aumento). Segno che se hai un contenuto vero e robusto la frase “Content is the King” è ancora valida e lo sarà sempre.

Content is the King?Vale ancora il vecchio detto “Content is the King”? Oppure, con il moltiplicarsi dei contenuti, ha perso la sua efficacia?

Pubblicato da skande.com su Martedì 16 febbraio 2016