Se vogliamo semplificare al massimo il Net Branding, lo possiamo ricondurre a due attività fondamentali. La prima è semplice e veloce. Si può realizzare con poco impegno e in poche ore. Basta aprire un blog e alcuni profili nei maggiori social network e descrivere, in prima persona, se stessi e i propri obiettivi, accompagnando questa narrazione con una buona immagine di profilo. La seconda attività, sfortunatamente, è molto più articolata. Si tratta di dimostrare le vostre competenze a chi vi segue attraverso contenuti che trasferiscano valore agli altri. Questa cessione di contenuto attiva, in chi legge o guarda il video, la percezione che siete conoscitori della materia e diverrete voi un punto di riferimento nel caso avessero bisogno di un professionista. Contestualmente, dovete riuscire a rapportarvi con il vostro seguito in modo autorevole, disponibile e mettendovi sullo stesso piano, in modo da non apparire dei saccenti palloni gonfiati.
Vedo moltissimi blogger famosi, dirigenti di alto profilo e rock star dei social, che mettono se stessi al centro dell’attenzione: Io, io e ancora io. Scrivono dei loro successi, di quello che hanno mangiato e di tutto ciò che ruota attorno a loro e alle loro attività. Non dico che queste cose non vadano fatte, anzi. È giusto raccontare se stessi e le cose belle che accadono, ma l’esibizione personale e l’autocelebrazione andrebbero limitate a favore della dimostrazione della reale competenza.
Il rischio che correte, è creare uno scollamento tra voi e il vostro pubblico. Accade che il top manager su Facebook, aggregando migliaia di amicizie e interazioni sui propri osannanti post, abbia la percezione che i suoi contenuti siano apprezzati. La realtà dei fatti è che, il più delle volte, i sottoposti vogliono farsi vedere e notare da lui. Il movente, spesso, è più il timore di perdere considerazione nei confronti di un dirigente rispetto alla ricerca di un apprezzamento vero e meritato. Il personaggio di rilievo con molto seguito, non considera che una mancata riposta così come un mancato ringraziamento generano, in chi ha interagito, un distacco che deriva dalla sensazione di non essere degno di conversare con lui.
Il nostro personal branding è inevitabile. Comunichiamo la nostra personalità in mille modi e chi ci legge ci percepisce e si fa un’opinione di noi. Anche quando non facciamo nulla generiamo un sentimento nei nostri confronti.
Pensiamoci bene quando postiamo un messaggio che interessa solo il nostro ego e tutte le volte che non rispondiamo o non ci curiamo di chi ci avvicina, perché è proprio in quell’istante che agli occhi di chi ci legge appariamo deboli o superbi.