Sono in molti ad interrogarsi sulla effettiva utilità dei contenuti di qualità. Alcuni sono delusi dal fatto che, ad una prima analisi, il pubblico tende a preferire cose sciocche e di basso livello. Testi sgrammaticati e video demenziali hanno spesso più successo di un post su “Le migliori tattiche per la lead generation”.
Il problema che si incontra con i contenuti è, ormai, ben noto. Se avete un progetto editoriale/multimediale che punta a fare una grande quantità di visite, dovete inevitabilmente riuscire ad adattarvi ad un pubblico variegato. Leggo spesso di copywriter che si lamentano di quanto sia stupido e ignorante il pubblico, di come la cultura e i contenuti belli non vengano apprezzati, perché il mondo è brutto e si nutre di spazzatura.
Non credo che sia esattamente questo il problema. Se prendessimo la massa nella sua totalità, saremmo tentati di pensare che si tratti di un’entità strutturalmente stolta e dedita alla futilità. Personalmente, ritengo che ciascuno di noi sia un elemento costitutivo della massa e ritengo anche che chiunque venga portato fuori dall’ambito specifico di competenza appaia poco esperto quando non del tutto impreparato. Quando pubblichiamo un post su Facebook che parla di “riduttori epicicloidali monostadio” siamo perfettamente consapevoli che tale contenuto non otterrà lo stesso riscontro di pubblico della foto di un gattino o dell’ultima puntata di MasterChef. Alcuni argomenti riscuotono un interesse generale o suscitano emozioni facilmente interpretabili da chiunque. Se, come ho fatto io, avete scelto di pubblicare per una ristretta fascia di pubblico occupandovi di un argomento di nicchia, non dovete stupirvi del fatto che altri blogger, con contenuti più popolari, ottengano un numero di visite dieci volte superiore alle vostre. Non è una questione di ignoranza diffusa, ma di fruibilità e di maggiore o minore interesse verso un determinato argomento.
Nell’esortazione apostolica, Evangelii Gaudium (155), Papa Francesco dice che “il predicatore deve porsi in ascolto del popolo, per scoprire quello che i fedeli hanno bisogno di sentirsi dire” e che “non ha nessun senso rispondere a domande che nessuno si pone”. Possiamo senza dubbio fare nostro questo insegnamento. È del tutto inutile scegliere argomenti che non interessano al nostro pubblico e l’unico modo per non commettere questo errore è conoscere chi ci legge.
Il contenuto è sempre l’elemento che attira utenti sul sito, fermo restando che anche la distribuzione e la nostra capacità di creare networking sono abilità non secondarie per il successo del post. Resta inteso che se il pubblico non apprezza, la colpa è solo nostra. Smettiamo di lamentarci di non essere capiti e di sostenere che la gente non ha la cultura necessaria per poterci comprendere. Se, come me, avete un pubblico molto specialistico e di nicchia il pubblico sarà molto ristretto, che vi lamentate a fare?