Su Facebook l’ADV a pagamento è disponibile da tempo. Da qualche mese Twitter ha reso disponibili anche per il mercato italiano i tweet sponsorizzati e sono molti che ne fanno uso. La semplicità e l’immediatezza con cui si possono sponsorizzare post e creare inserzioni è quasi alla portata di tutti: in definitiva, si tratta di creare un’immagine e un testo che devono convincere l’utente distratto e poco amante della pubblicità a compiere un’azione, come abbonarsi ad una pagina, cliccare su un pulsante, partecipare ad un evento, installare una App, e così via.
L’esperimento
Sui tre social più popolari del momento ho voluto effettuare un piccolo esperimento, che non ha nessuna velleità scientifica, per verificarne l’efficacia in fatto di conversioni.
L’esperimento consiste nel promuovere il download gratuito dell’anteprima del mio ultimo libro “Net Branding” (lo so, mi piace vincere facile) e, per fare questo, ho creato un’immagine uguale per tutte e tre le piattaforme, ovviamente adattandola ai dettami di ogni singolo social. Ho cercato di rendere uniforme anche il messaggio testuale.
L’operazione più complessa è stata definire la segmentazione del pubblico di destinazione. In tutti e tre i casi, ho cercato di mantenere la seguente profilazione: italiani che parlano in italiano, interessati al marketing. Facebook è più versatile nella segmentazione dei suoi utenti e avrei ottenuto maggiori risultati se avessi ulteriormente profilato meglio il pubblico, ma in questo modo avrei reso inutile il mio già piccolo e criticabile esperimento.
Ho impostato il minore tempo di promozione possibile e l’importo di 20 euro (20 dollari su Twitter al cambio di 1,11 EU).
I risultati
Su Facebook e Twitter la portata è stata simile, rispettivamente 17.199 e 15.453 visualizzazioni. Molto deludente il risultato di LinkedIn dove il messaggio è arrivato solo a 1.378 utenti.
La misurazione dei download ricevuti è il vero banco di prova dell’esperimento. LinkedIn è stato il peggiore e decisamente il più costoso, anche se il budget era limitato. Per la cifra di 20 euro mi sarei aspettato qualcosa di più di soli tre miseri download (il CPC è stato di 6,67 euro!), anche perché la piattaforma è adatta ad un pubblico interessato al business e alla propria crescita professionale. Ho fatto a margine un successivo esperimento postando su un noto e seguito gruppo lo stesso post, ricevendo decine di clic misurati con Bitly.
Su Twitter i risultati sono stati molto più interessanti. Oltre alla portata, ci sono stati anche i download a giustificare la spesa, ben 60 ad un costo per clic di 0,33 dollari (la piattaforma ancora non supporta l’euro come valuta).
Il vincitore di questo mini esperimento è decisamente Facebook che, con i suoi 129 clic ad un CPC medio di 0,16 euro, si è rivelato il più efficace.
Conclusioni
Avrei ottenuto risultati migliori nelle tre piattaforme adattando la comunicazione e il target di destinazione in modo più specifico e caratterizzante. Su Facebook, ad esempio, avrei potuto indicare tutti i possessori di lettori ebook o definire comportamenti tipici di chi è del mestiere come possedere una pagina. Su Twitter avrei potuto inserire nel target il pubblico di colleghi e concorrenti che è in linea con l’oggetto della promozione e così via.
Questo è stato un esperimento “spannometrico” che, visti i risultati, qualche indicazione l’ha data e che ci aiuta a percepire quanto siano bassi i costi di una promozione a pagamento rispetto a solo 15 anni fa quando dovevamo utilizzare prodotti postali o pubblicità su quotidiani e riviste.