Avere una buona dose di autostima è una benedizione. Negli ultimi giorni ho fatto alcune lezioni sul Net Branding e nelle aule trovo sempre una parte del pubblico entusiasta che ha già compreso e iniziato un percorso di valorizzazione personale nelle comunicazioni digitali. Altri vengono a queste lezioni sfiduciati, ritenendo che la direzione sia giusta ma che non riusciranno mai a realizzarlo. Secondo l’enciclopedia Treccani, l’autostima può manifestarsi come sopravvalutazione o come sottovalutazione a seconda della considerazione che ciascuno può avere di sé, spesso è una valutazione completamente parziale e non realistica, sia nel senso pessimistico che in quello ottimistico.
Ho notato che alcuni allievi si rifiutano di affrontare le sfide per paura, si sentono inadeguati e questo li rende incapaci di esporsi. L’esposizione mediatica impedisce a molti di ottenere una efficace comunicazione digitale. Vedo persone di talento che non valorizzano queste capacità solo per un blocco personale all’esposizione e per la paura di affrontare valutazioni e critiche.
Qualche giorno fa leggevo un articolo di Annetta Powell su Business 2 Community e mi trovo ampiamente d’accordo. Secondo l’autrice, “gli individui che presentano un’alta autostima sono alla continua ricerca di auto-miglioramento. Sono le persone che riescono a comprendere i loro punti di forza e riescono a mitigare i punti deboli, analizzando i propri errori e imparando da essi”. Molti di questi portatori sani di autostima, “hanno compreso l’inutilità della autocommiserazione e del ricercare in altri la colpa dei loro fallimenti e difetti, passando oltre”.
Pur non essendo uno studioso dell’argomento incontro moltissime persone durante l’anno, persone di ogni tipo: dal vip allo studente di liceo, dal blogger famoso allo stagista di agenzia e noto che le persone che hanno ottenuto risultati nelle comunicazioni digitali e gli abili comunicatori sulla rete hanno una sorta di segreto: l’auto-accettazione e il rispetto di sé, essendo in grado di prendersi cura di se stessi emotivamente, fisicamente, mentalmente e spiritualmente. Una dote non comune, che si può costruire negli anni attraverso un lavoro di valutazione personale.
“Il costo di sbagliare è inferiore al costo di non fare nulla” dice Seth Godin. Io per primo sono dubbioso per tutte le cose che faccio e timoroso per le sfide, ma non fare nulla per la paura di espormi a critiche è un male che va attentamente analizzato e un rischio che non sono disponibile a correre.