L’espressione Personal Branding è stata creata quasi vent’anni fa per descrivere una moda tutt’altro che transitoria. Con l’utilizzo su larga scala da parte della popolazione dei social media, chiunque può mostrare ad un pubblico parti sia pubbliche che private della propria vita ben sapendo che questa operazione genera, in chi fruisce di questi contenuti, un’opinione riguardante la persona che si espone apertamente. I profili sulle reti sociali hanno reso facile la costruzione di un marchio personale, accessibile ad un seguito che, in base all’impegno profuso, può diventare anche molto numeroso.
Alla luce di queste trasformazioni, in molti vi siete accorti che le vostre vite, personale e professionale, stanno convergendo. Tutto ciò che pubblicate voi o che altri pubblicano su di voi, può influire sulla vostra carriera per molto tempo. Come accade per i politici o per le persone famose in generale, le informazioni che verranno reperite in rete sul vostro conto definiranno la vostra reputazione e formeranno le convinzioni sulla vostra persona.
Se è vero che tutto questo implica enormi pericoli, è anche vero che porta con sé grandi possibilità di farvi emergere e ottenere clienti, posti di lavoro e opportunità. Con la giusta strategia, individuando un pubblico adatto e gestendo immagine e contenuti, la vostra attività può ottenere, in fatto di visibilità, vantaggi senza pari, un’opportunità mai avuta nella storia.
Solo una decina di anni fa, attraverso le competenze giuste e una buona impressione personale, avreste potuto accedere a un buon posto di lavoro. Nel mercato competitivo di oggi, le aziende hanno iniziato a ricercare competenze trasversali come il saper scrivere bene, l’empatia, la capacità di lavorare in team e, non ultimo, l’essere in grado di utilizzare bene le tecnologie di comunicazione digitale a vantaggio dell’azienda stessa. Se ne sono accorti per primi i profili commerciali e quelli della comunicazione aziendale, seguiti da tutti gli altri ruoli fino ad arrivare agli impiegati con mansioni non rivolte al pubblico. Le aziende hanno compreso che nelle conversazioni digitali funzionano le persone e non i marchi. Avere all’interno del proprio organico personale capace di integrare la comunicazione istituzionale con una più efficace che coinvolge le persone aiuta l’azienda a farsi percepire autorevole ma anche umana.
Chi ha una sua azienda, professionista o artigiano che sia, non ha altra strada che rendersi visibile attraverso queste tecnologie, controllare la propria reputazione, ideare contenuti efficaci e costruire giorno dopo giorno un network di persone alle quali comunicare e dalle quali continuare ad imparare.
Nel libro Net Branding non compare nessuna formula per ottenere un successo immediato e fare i soldi senza lavorare. Ho cercato di riassumere tutte le pratiche che eseguo quotidianamente per me e per i miei clienti, azioni capaci di costruire giorno dopo giorno un marchio personale, una buona reputazione e la narrazione di tutto questo.
In questo libro ho concentrato solo le cose che ritengo veramente utili e riportato idee e suggerimenti creativi concreti. Al centro di questo testo, scritto con uno stile divulgativo ed un linguaggio semplice ed accessibile, ho messo i contenuti, la creatività, le relazioni digitali e il monitoraggio della propria reputazione.
Scrivere un libro è un percorso interiore e mi hanno accompagnato in questo viaggio persone che stimo moltissimo e che hanno risposto ad una mia domanda relativa all’argomento sul quale sono più preparati.
Due persone meritano un ringraziamento speciale. La prima è Cecilia, mia moglie, che mi ha sostenuto. Il secondo è l’editore Enrico Flaccovio che ha accettato e condiviso la mia strategia sulla scelta del titolo, sulla copertina, il formato e sul prezzo di vendita, perché entrambi abbiamo un obiettivo comune: raggiungere più lettori possibili.
Prima di acquistalo potete leggere le prime 34 pagine, pagandole con un tweet, a questo indirizzo: www.netbranding.it