Qualche giorno fa Bob Woods ha scritto un interessante articolo su LinkedIn Pulse riguardante il Social Selling, ovvero, l’attività che molti svolgono sui social network per accresce la propria reputazione e i propri contatti nel tentativo di trovare nuovi potenziali clienti. Una delle pratiche più efficaci in questo tipo di attività consiste nel pubblicare contenuti interessanti e di valore per il pubblico che vuoi intercettare e da cui farti seguire. Attraverso questi, chi ti legge, è in grado di comprendere quali siano le tue competenze, il tuo livello di preparazione e la tua capacità relazionale.
Come ho potuto notare ai corsi e nelle consulenze, la creazione di contenuti è il più grande ostacolo per chi voglia impegnarsi in un’opera di Personal Branding. Alcuni hanno blocchi e paure del confronto con altri. Non si sentono adeguati e temono chi li potrebbe criticare. In altri casi il limite è costituito dall’incapacità di comunicare adeguatamente e di trovare buone idee per scrivere un post. Il tempo per ideare e scrivere, anche se spesso questa è una vera e propria scusa, a volte non si trova per i mille impegni che opprimono un professionista.
La soluzione a questa mancanza ci viene data da Bob Woods:
“In poche parole, un “unPublisher” è un uomo d’affari (addetto alle vendite, marketing, social seller, ecc), che attivamente condivide gli articoli pubblicati da altre fonti su varie piattaforme sociali, tra cui, e soprattutto, su LinkedIn. Ho sottolineato “attivamente”, in quanto è fondamentale per questa strategia”.
Essere attivi nelle condivisioni è fondamentale. Alcuni condividono l’URL di un post senza aggiungere nulla. Non si prendono nemmeno la briga di copiare e incollare il titolo. Questa modalità mette ampiamente in evidenza quanto siano scarse la capacità di creare interazioni e di trasmettere la propria personalità e le proprie competenze. Per quel che mi riguarda, è un attività che consiglio di evitare.
L’obiettivo di chi condivide deve essere quello di fornire valore alle persone collegate e deve soddisfare questi tre requisiti:
- Essere rilevante per le proprie connessioni e far emergere le competenze di auto apprendimento e la capacità di essere sempre informato sulle novità di settore
- Cercare di contribuire al post con contenuti aggiuntivi che espandano e migliorino l’articolo originale, come:
– Evidenziare il punto principale del post
– Riassumere brevemente il contenuto per chi non lo voglia approfondire
– “Sfidare” l’autore traendo conclusioni diverse e muovendo critiche (quando possibile e qualora si rendesse necessario) - È necessario rispondere ai commenti in modo pacato e autorevole citando il riferimento alla persona a cui si rivolge la risposta e inserire il nome dell’autore (quando questi sia menzionabile o “taggabile”) in modo che possa intervenire a commentare, ringraziare ecc.
Nella condivisione bisogna essere attenti alle fonti e alla veridicità del contenuto. L’atto di ripubblicare una notizia significa metterci la faccia. È intuitivo che mettere la faccia su una notizia che si rivelasse infondata o lacunosa danneggerebbe anche te.
Fatta con i dovuti modi, la content curation può aumentare in maniera sensibile il tuo valore percepito e la tua capacità di relazione con chi ti segue. In alcuni casi funziona anche di più di pubblicare post noiosi e banali sul blog. Ricordo che l’obiettivo del Personal Branding è accrescere il proprio valore fornendo valore. Nella condivisione ben ponderata e integrata dai propri commenti questo si verifica sempre.
Come ottenere autorevolezza e seguito senza avere un blog
Se non hai tempo o non riesci a scrivere sul tuo blog puoi comunque dimostrare le tue capacità attraverso un'attiva e attenta condivisione
Pubblicato da skande.com su Lunedì 15 febbraio 2016