Facebook ha due tipi di clienti. Il primo è l’utente che apre un profilo personale e utilizza la piattaforma per divertirsi, informarsi e conversare con gli altri profili. A questo non viene richiesto di pagare. Il secondo cliente è costituito dalle aziende che aprono le pagine. Queste, per ottenere visibilità, devono pagare. Gli utenti ottengono la visibilità in base a quanto riescono ad essere interessanti e coinvolgenti. Facebook apprezza gli utenti che rendono la piattaforma interessante e attraggono altri utenti. In cambio di questo concede alle persone, capaci di essere attrattive, tanta visibilità gratuita in segno di gratitudine per essere riusciti a tenere incollati alla piattaforma altri utenti evitando che fuggano nei luoghi digitali della concorrenza. Le aziende godono solo in parte di questa capacità. Le pagine sono il modello di business ideato da Mark Zuckerberg per fare in modo che la grossa corporate californiana possa vivere e prosperare.
In pratica Facebook rivende la capacità attrattiva di una parte di utenti alle aziende che, per ottenere visibilità, dovranno pagare una quota in base alla quantità e alla qualità di pubblico selezionato.
Il problema
Facebook per fare i soldi deve attrarre il maggiore pubblico possibile. Perché questa cosa si verifichi, dovrà rendere disponibili agli utenti i post delle persone che piacciono di più o che siano realmente interessanti per l’utente. Congiuntamente, di tanto in tanto, infilerà negli spazi dedicati pubblicità a pagamento. Tali spazi non avranno grande capacità di attrazione, ma proprio in virtù del fatto che sono spazi a pagamento, ottengono la visibilità di diritto.
La soluzione
Alcuni utenti hanno problemi di tipo “sociale” sulla piattaforma. Non possono cioè manifestare l’interesse verso un determinato argomento o una data persona, perché questo li farebbe percepire come schierati e criticabili. Quante volte vi sarete sentiti dire, “perché hai messo il ‘mi piace’ a quello/a?”. Tuttavia, molti di noi amano interessarsi a persone che proprio non ci piacciono o, al contrario, alle quali non possiamo manifestare apertamente il nostro apprezzamento.
Le recenti modifiche all’algoritmo daranno valore anche a questa componente.
La seconda modifica annunciata si chiama “See First” e consentirà a tutti gli utenti che la imposteranno di scegliere di quali amici o di quali pagine non perdere mai un contenuto, mantenendo la visualizzazione in cima al flusso di condivisioni della newsfeed. Questo favorirà gli utenti più interessanti, i legami più stretti e renderà sempre più complesso ottenere visibilità a chi vuole utilizzare Facebook come strumento promozionale usando in modo strumentale l’utenza.
Riflessioni finali
Vista dalla parte dell’utente, Facebook sta diventando sempre più coinvolgente e strumento di aggregazione rispetto ai piccoli gruppi. I piccoli gruppi e le cerchie di amici saranno sempre più collegati tra loro, cosa che, ad ogni aggiornamento dell’algoritmo, diventa sempre più chiara: la piattaforma privilegia le relazioni personali tra amici e tenta di inibire la promozione che non paghi i post sponsorizzati attraverso le pagine.
Questo ulteriore passo non fa che confermare quello che dico e scrivo da tempo: Facebook è un portale per relazioni forti. Al contrario, Twitter e Google + sono dei media e in quanto tali non vivono un periodo facile, perché l’utente comune cerca la relazione e non la diffusione.