I contenuti in questo momento sono insostituibili. Se si vuole ottenere un ottimo risultato, richiedono una cura maniacale di confezionamento del testo, delle grafiche, degli abstract e dei titoli in modo tale che si adattino ai media scelti per la loro distribuzione. Oltre a questo, richiedono un innesco e una distribuzione efficaci, importanti per scongiurare il rischio, peraltro altissimo, che passino inosservati. Prima della nascita dei social network, i contenuti dei blog aspiravano ad essere indicizzati e posizionati nei risultati di Google e i blogger si collegavano fisicamente tra loro, in modo da crescere sinergicamente.
Oggi, questa pratica è diventata più complessa rispetto a solo 10 anni fa e forse addirittura inutile. Ammettiamo pure che il posizionamento dei contenuti nelle serp sia una pratica realizzabile con un minimo di garanzia di successo. La domanda è a chi serva una pratica del genere, in un mondo che brucia in fretta le informazioni, rendendole obsolete nel giro di pochi giorni.
Solo una percentuale minima di blogger, ha realmente bisogno della SEO. A non averne bisogno sono soprattutto quelli che si occupano di argomenti di attualità che, per la loro stessa natura, “vivono” per poche ore/giorni. A mio avviso, siamo in un’epoca in cui l’obiettivo più importante del contenuto è di diffondersi il più velocemente possibile e di propagarsi tramite le condivisioni, non certo quello di sedimentarsi nei risultati di ricerca. Posizionarsi nelle ricerche è importante solo per i contenuti evergreen, una minima parte di quello che viene prodotto.
I contenuti testuali sono facili da duplicare e da adattare facendoli passare per propri. Da quando esiste il blogging è una consuetudine che si verifica di frequente.
Qualche giorno fa, l’amico Giorgio Soffiato ha scritto “Quando copiano un mio post riescono sempre a strapparmi un sorriso. Mi piace pensare che il valore aggiunto stia nell’essere first mover, nell’intuizione, non nella bella copia della pensata altrui (peraltro se c’è un ambito dove il già visto non regge è il web marketing)”.
In pochissime righe ha scritto due sacrosante verità, ben note a chi si occupa di blogging. Il fenomeno del copia e incolla, molto diffuso che riguarda tutti quelli che hanno maggiore visibilità e la necessità di essere tra i primi a postarlo.
Ho associato subito quello che ha detto Giorgio ad un tweet scritto da Fabio Di Dio Rosso: “Troppi contenuti? Cresce il bisogno degli influencer”, in cui, con una chiarezza lapidaria, sintetizza un concetto da me analizzato in un post della settimana scorsa.
Giorgio e Fabio hanno brillantemente evidenziato come, oggi, i contenuti siano pura energia creativa, un’intuizione codificata sotto forma di testo (o video) che prende vita e si esaurisce nel giro di poche ore. Per ottenere il massimo dai testi stessi, chi li ha realizzati, deve necessariamente avere un network di persone collegate che possano apprezzarli e farli propri con una condivisione.